Ucraina-Russia, Witkoff arrivato a Mosca. Trump: "Sanzioni? Vedremo"

Non è escluso un incontro diretto con Putin. Zelensky: "Più pressioni su Putin per arrivare a cessate il fuoco"

L'inviato Usa Steve Witkoff - Afp
L'inviato Usa Steve Witkoff - Afp
06 agosto 2025 | 07.17
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L'inviato Usa Steve Witkoff è arrivato oggi, mercoledì 6 agosto, a Mosca, dove ha in programma colloqui con la leadership russa in vista della scadenza del termine fissato dal presidente Donald Trump per nuove sanzioni in relazione alla guerra in Ucraina. "Steven Witkoff è stato accolto all'aeroporto di Vnukovo dal rappresentante speciale del presidente, Kirill Dmitriev", ha annunciato l'agenzia di stampa statale russa TASS.

La visita arriva a poche ore dallo scadere del'ultimatum di Trump, che ha minacciato di imporre sanzioni alla Russia il 9 agosto se un accordo sulla crisi ucraina non verrà raggiunto. "Abbiamo un incontro. Vedremo cosa succede. Prenderemo una decisione in quel momento", ha dichiarato Trump in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulla possibilità di imporre dazi del 100% ai Paesi che acquistano petrolio dalla Russia. Il presidente americano ha evitato di confermare l'esatta percentuale delle tariffe. "Non ho mai detto una percentuale, ma faremo qualcosa", ha replicato il presidente Usa a un giornalista che ha ipotizzato tariffe del "100%".

Il programma

Ancora top secret il programma di incontri dell'inviato della Casa Bianca. "Non ho dettagli da darvi su cosa comporterà", ha detto Bruce ai giornalisti. Ma il Cremlino nei giorni scorsi non ha escluso un incontro diretto tra Witkoff e Vladimir Putin. "Siamo sempre lieti di vedere il signor Witkoff a Mosca e di essere in contatto con lui. Crediamo che questi contatti siano importanti, costruttivi e utili", ha affermato nei giorni scorsi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov dicendosi possibilista sul faccia a faccia.

Zelensky: "Più pressioni su Mosca per arrivare a cessate il fuoco"

Dal canto suo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esortato Washington ad intensificare la pressione sulla Russia perché metta fine alla guerra in Ucraina. "È molto importante usare tutte le leve a disposizione di Stati Uniti, Europa e G7"sulla Russia, ha scritto Zelensky sui social media poco dopo l'arrivo a Mosca dell'inviato statunitense Steve Witkoff. Il Cremlino "cercherà veramente di porre fine alla guerra solo quando sentirà una pressione sufficiente", ha aggiunto. "L'Ucraina - ha concluso - riconosce la volontà politica e apprezza gli sforzi dei nostri partner, dell'America e di tutti coloro che stanno contribuendo".

Ieri il presidente ucraino ha fatto sapere di aver avuto una "conversazione produttiva" con Donald Trump per "coordinare le nostre posizioni" e focalizzata "ovviamente sulla fine della guerra". "Naturalmente - ha scritto Zelensky su X - abbiamo parlato di sanzioni contro la Russia. La loro economia continua a declinare, ed è proprio per questo che Mosca è così sensibile a questa prospettiva e alla determinazione del Presidente Trump. Questo può cambiare molto".

Cosa succede senza un accordo

Il 29 luglio il presidente americano Donald Trump ha dato al leader del Cremlino Vladimir Putin dieci giorni di tempo per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con l'Ucraina. Mancano quindi 48 ore allo scadere dell'ultimatum prevista per venerdì.

Se Putin non accetterà un accordo per un cessate il fuoco in Ucraina, Trump starebbe valutando di imporre nuove sanzioni nei confronti della cosiddetta ''flotta ombra'' della Russia, riferisce il Financial Times. Lo stesso Trump ha ripetuto più volte nei giorni scorsi che senza un'intesa ''ci saranno sanzioni''. Ma, ha aggiunto, i russi ''come sapete sono molto astuti e sono abbastanza bravi ad aggirarle. Per cui vedremo cosa succederà''.

La linea di Mosca

Per il momento la Russia non sembra arretrare, anzi. Fin dal primo momento all'ultimatum americano il Cremlino aveva risposto facendo sapere che "l'operazione militare speciale prosegue" anche se "restiamo impegnati nel processo di pace per risolvere il conflitto in Ucraina e tutelare i nostri interessi".

Negli ultimi giorni poi, prima l'annuncio di aver avviato la produzione dei nuovi missili ipersonici confermando i piani di schierarli in Bielorussia entro l'anno, poi la decisione - proprio alla vigilia della visita di Witkoff in Russia - di non ritenersi più vincolati dalla moratoria sui missili a medio-corto raggio, non sembrano essere segnali di apertura.

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