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Gaza, il ministro israeliano Ben Gvir: "Tempo di entrare nella Striscia con tutta la forza"

Le parole su Telegram dopo le anticipazioni della Bbc sul no di Hamas alla proposta Usa su tregua e ostaggi. Onu: "100% popolazione a rischio carestia"

Tank israeliani al confine con Gaza - Afp
Tank israeliani al confine con Gaza - Afp
30 maggio 2025 | 08.18
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"È tempo di entrare con tutta la forza, senza esitazioni, per distruggere e uccidere Hamas fino all’ultimo uomo". A scriverlo è il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, sul suo canale Telegram, commentando il fallimento dell’ultima proposta di tregua sostenuta dagli Stati Uniti, con il 'no' di Hamas anticipato alla Bbc.

Secondo Ben Gvir, esponente dell’ultradestra nel governo israeliano, "non ci sono più scuse" dopo il rifiuto del piano da parte di Hamas. "La confusione, l’incertezza e la debolezza devono finire. Abbiamo già perso troppe occasioni", ha aggiunto.

La Casa Bianca ha dichiarato ieri che il presidente Donald Trump e l’inviato Usa Steve Witkoff hanno presentato una proposta di cessate il fuoco che avrebbe ricevuto l’approvazione di Israele prima dell’invio a Hamas. Tuttavia, da parte israeliana non è giunta una conferma ufficiale.

Fonti vicine al movimento palestinese affermano che il nuovo piano rappresenterebbe un passo indietro rispetto alla versione precedente, che includeva un impegno americano per negoziati su un cessate il fuoco permanente.

Il piano aggiornato prevederebbe una tregua di 60 giorni, estendibile a 70, con il rilascio nella prima settimana di cinque ostaggi vivi e nove salme in cambio di detenuti palestinesi. Nella seconda settimana si ripeterebbe uno scambio con lo stesso numero di ostaggi vivi e deceduti. Hamas, secondo le stesse fonti, avrebbe precedentemente accettato due scambi, ma distribuiti nella prima e nell’ultima settimana della tregua.

Il dirigente del politburo di Hamas, Bassem Naim, ha definito la nuova proposta "la continuazione di uccisioni e carestia", aggiungendo che "non risponde ad alcuna delle richieste del nostro popolo, a cominciare dalla fine della guerra". Tuttavia, ha precisato che la leadership del movimento sta esaminando la proposta "con pieno senso di responsabilità nazionale".

Il piano Witkoff e la delusione di Hamas

Hamas sarebbe rimasta "delusa", secondo quanto riferito da Axios, dalla proposta "molto più sbilanciata a favore di Israele" rispetto alle precedenti. Secondo il giornalista Barack Ravid, non includerebbe infatti una chiara garanzia americana che il cessate il fuoco temporaneo diventi permanente, oltre a non affermare chiaramente che, se i negoziati dovessero proseguire oltre i 60 giorni, anche il cessate il fuoco continuerà e Israele non potrà violarlo unilateralmente come già avvenuto a marzo.

La nuova proposta di Witkoff prevede una tregua di 60 giorni nella Striscia di Gaza e il rilascio di 10 ostaggi in due fasi entro una settimana l'una dall'altra. Sempre secondo i media israeliani, Hamas dovrebbe consegnare i corpi di 18 ostaggi ancora nelle sue mani e lo stesso dovrebbe fare Israele con i corpi di 180 palestinesi. Il piano prevede anche la scarcerazione di 125 palestinesi condannati all'ergastolo e di 1.111 abitanti di Gaza, arrestati dopo l'attacco del 7 ottobre.

I 60 giorni di tregua dovrebbero facilitare i negoziati per mettere definitivamente fine alla guerra e portare, contestualmente, al rilascio dei rimanenti ostaggi nelle mani della fazione palestinese.

La proposta di Witkoff stabilisce anche il ritorno della distribuzione degli aiuti nella Striscia sotto l'egida dell'Onu e delle organizzazioni internazionali. L'esercito israeliano, infine, dovrebbe ritirarsi nelle posizioni che occupava prima dell'inizio della nuova offensiva a marzo.

Katz attacca Macron

Intanto da Israele arriva un novo attacco al presidente francese Emmanuel Macron. A farlo è il ministro della Difesa israeliano Israel Katz in visita a Sa-Nur, uno dei 22 insediamenti in Cisgiordania approvati dal Gabinetto di Sicurezza. "Questo è un momento storico per l'insediamento, una risposta schiacciante alle organizzazioni terroristiche e un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: si può riconoscere uno Stato palestinese sulla carta, e quella carta finirà nel cestino della storia", ha dichiarato Katz.

''Costruiremo lo Stato ebraico israeliano in Cisgiordania'', la promessa del ministro. Si tratta del più grande numero di insediamenti autorizzati negli ultimi 30 anni. ''Israele prospererà e fiorirà'', ha aggiunto Katz.

Demolito tunnel di Hamas lungo 1 km

L'esercito israeliano ha demolito un tunnel di Hamas lungo un chilometro nella zona di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, rende noto l'Idf, aggiungendo che, durante l'ispezione, le truppe hanno individuato diversi agenti del gruppo islamista asserragliati all'interno e li hanno eliminati.

Il tunnel è stato scoperto dalla Commando Brigade e dall'unità d'élite del genio bellico Yahalom, nel mezzo di una nuova offensiva contro Hamas, ha aggiunto l'esercito israeliano.

Onu: "100% popolazione Gaza a rischio carestia"

"Gaza è il luogo più affamato della Terra. È l’unico territorio definito, inteso come Stato o zona definita all’interno di uno Stato, dove l’intera popolazione è a rischio di carestia. Il 100 per cento della popolazione è a rischio di carestia", lancia intanto l'allarme Jens Laerke, portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari.

Idf attacca in Libano, obiettivo Hezbollah: "Cerca di ricostituirsi"

L'esercito israeliano ha intanto condotto attacchi contro diversi siti nel Libano meridionale e nei pressi della città costiera di Sidone, sostenendo che gli obiettivi erano siti dove Hezbollah "cercava di ricostituirsi". Lo rende noto l'Idf, precisando di aver bombardato ieri sera "un'infrastruttura terroristica contenente armi nella zona di Sidone".

Le truppe israeliane hanno attaccato il sud del paese precisando di avere colpito "siti militari" del gruppo sciita che "contenevano lanciamissili" e dove "è stata individuata un'attività di Hezbollah con l'obiettivo di ripristinare le infrastrutture". "La presenza di armi nella zona e l'attività dei terroristi di Hezbollah nei siti attaccati costituiscono flagranti violazioni degli accordi tra Israele e Libano", ha affermato l'esercito israeliano.

I media arabi hanno riferito che due persone sono state uccise in due attacchi separati. Secondo fonti arabe, una delle vittime è un dipendente comunale, ucciso mentre forniva acqua alle case dei residenti della zona.

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