Israele-Hamas, media: "Idf hanno arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme"

A riferirlo è l'agenzia di notizie palestinese Wafa. Lo avrebbero prelevato dalla moschea dopo il sermone del venerdì. Israele permetterà la ripresa degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza

La moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme
La moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme
25 luglio 2025 | 14.15
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L'esercito israeliano ha arrestato oggi, 25 luglio, lo sceicco Mohammad Hussein, Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, dopo la preghiera del venerdì presso il complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Lo rende noto l'agenzia di notizie palestinese Wafa. Secondo il Dipartimento del Waqf Islamico, le Idf hanno arrestato lo sceicco Hussein poco dopo aver pronunciato il sermone. È stato prelevato dai cortili della moschea e scortato fino alla Porta Marocchina, una delle porte che conducono al complesso di Al-Aqsa.

Fonti locali hanno riferito che le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sala di controllo audio della moschea e hanno arrestato il Gran Mufti dopo la sua condanna della politica israeliana di fame nei confronti del popolo palestinese nella Striscia di Gaza. Le fonti hanno anche confermato che un'unità speciale della polizia israeliana ha fatto irruzione sia nell'ufficio del capo della guardia della moschea sia nell'ufficio del direttore della moschea, in concomitanza con l'arresto del Muftì.

Netanyahu: "Hamas ostacolo, opzioni alternative per ostaggi e pace"

"L'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff aveva ragione. Hamas è l'ostacolo a un accordo per il rilascio degli ostaggi" scrive in un post su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu, all'indomani della decisione di Stati Uniti e Israele di richiamare le proprie delegazioni negoziali a Doha. "Insieme ai nostri alleati statunitensi, stiamo ora valutando opzioni alternative per riportare a casa i nostri ostaggi, porre fine al regime terroristico di Hamas e garantire una pace duratura per Israele e la nostra regione".

Israele permetterà la ripresa aiuti umanitari a Gaza

Israele ha fatto sapere che nei prossimi giorni riprenderanno i lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza con i paracadute. Lo ha rivelato all'Afp un funzionario israeliano, sottolineando che le operazioni saranno coordinate dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania, già coinvolti in precedenti missioni di assistenza.

Secondo quanto riferito dal Times of Israel la prima operazione potrebbe avvenire già nelle prossime ore. Il comando militare israeliano ha confermato che la Cogat, l’amministrazione israeliana nei territori palestinesi occupati, ha dato il via libera al coordinamento con gli eserciti di Giordania ed Emirati. Si tratta, tuttavia, di un modello di distribuzione impiegato solo una volta dall’inizio del conflitto e fortemente criticato dalle organizzazioni umanitarie. Ong come Save the Children e fonti mediche locali hanno denunciato in passato gravi rischi per la popolazione: nel marzo scorso almeno cinque civili palestinesi sarebbero morti schiacciati dai carichi o nella calca generata attorno alle aree di atterraggio. "Questi metodi alternativi sono costosi, inefficaci e distolgono l’attenzione dalla sola soluzione reale: un cessate il fuoco immediato e duraturo con accesso sicuro e senza restrizioni agli aiuti umanitari", aveva dichiarato Save the Children.

Le vittime della carestia a Gaza

"Altri nove palestinesi sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza" rende noto il ministero della Salute della Striscia di Gaza, gestito da Hamas, come riporta Aljazeera, aggiungendo che "sale così a 122 il numero dei decessi per carestia e malnutrizione registrati nella Striscia dall'inizio del conflitto con Israele".

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