
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atterrato in Scozia e ha raggiunto il suo campo da golf a Turnberry, nell’Ayrshire, dove trascorrerà il soggiorno di cinque giorni nel Regno Unito. Intanto, l’associazione 'Stop Trump' ha annunciato manifestazioni in molte città scozzesi da Edimburgo, nei pressi del consolato statunitense, fino ad Aberdeen. "La gente lo ha smascherato e qui non è il benvenuto", racconta Han Beyt al Guardian. Beyts, una residente del posto, partecipò a uno dei primi dibattiti cittadini locali nel 2006 per provare a bloccare i piani dell'allora magnate Donald Trump, deciso nel voler radere al suolo "un sito di rarità ecologica, protetto dalla legge", per costruire al suo primo resort in Scozia.
Prima dell’arrivo di Trump e dei sui lussuosi golf club “portavo i miei figli a giocare lì, era un luogo spettacolare, c'erano dune e percorsi naturalistici, farfalle e fiori selvatici”, ha spiegato la donna che ha aggiunto: "sono ancora disgustata da quello che Trump ha fatto a questo luogo e ora da quello che sta facendo al resto del mondo".
Dopo un'aspra e protratta disputa con la popolazione locale e gli ambientalisti, che si battevano per salvare le dune e le abitazioni circostanti, Trump ottenne finalmente il permesso di costruire "il campo da golf più grande del mondo". All'epoca, promise un resort da un miliardo di sterline, che comprendeva campi da golf, residenze di lusso e appartamenti in multiproprietà, che avrebbero portato “sviluppo e opportunità di lavoro” per la comunità locale, prometteva Trump.
"Il suo atteggiamento era di arroganza e presunzione: 'Farò quello che mi pare' diceva Trump'”, ha raccontato al Guardian David Milne, uno degli abitanti del posto che si sono rifiutati di cedere i propri terreni al presidente americano, che avrebbe tentato due volte di acquistare la sua casa per allargare il proprio golf club, definendo la proprietà di Milne una "baraccopoli a cielo aperto”. Dopo il rifiuto dell’uomo ci sarebbe stato anche il tentativo di ottenere un ordine di esproprio coatto.
"La gente è sconvolta dal fatto che questo viaggio venga descritto come una visita privata, eppure il Paese si sta caricando di un costo enorme per la sicurezza. Perché paghiamo noi per questo? ", si domanda Milne, commentando le risorse investite dalla Scozia per il maxi dispiegamento di forze di Polizia, previste per garantire la sicurezza di Trump e per rispondere alle ondate di proteste previste in tutto il paese.
"Tutto è cambiato qui da quando è arrivato lui per la prima volta ad Aberdeen presentandosi come uomo d'affari e alcuni erano anche disposti a concedergli il beneficio del dubbio", ha detto Tommy Campbell, un sindacalista locale che presenzierà al 'Festival della resistenza' contro Trump, previsto oggi nel centro di Aberdeen. "La gente lo ha smascherato e non è il benvenuto", conclude Campbell che proverà, con altri manifestanti, ad avvicinarsi il più possibile al resort di Trump, durante l’inaugurazione del suo nuovo campo da golf intitolato alla madre, Mary Anne MacLeod. Come Beyts e Milne, anche Campbell esprime il suo disappunto per il fatto che il primo ministro britannico, Keir Starmer, e il primo ministro scozzese, John Swinney, incontreranno Trump durante la visita del presidente definita "privata". "Non rappresentano i veri sentimenti del popolo scozzese", spiegano.