
Se la politica italiana vive una fase di relativa stabilità, in altri Paesi europei il clima è molto più incerto. A partire dalla Germania, alle prese con una seria crisi economica e con le elezioni politiche alle porte. La coalizione di governo tedesca si è infatti sgretolata, dopo la frattura aperta con il ‘licenziamento’ del ministro delle finanze Christian Wolfgang Lindner, seguita dalle dimissioni degli altri ministri in quota Fdp. I principali contrasti ci sono stati sulle risorse necessarie a sostenere la guerra in Ucraina, soprattutto rispetto all’ipotesi di finanziare l’impegno ricorrendo a nuovo debito pubblico. Le elezioni per il Parlamento sono in programma il prossimo 23 febbraio e i sondaggi indicano un vantaggio della Cdu, con l’Spd in crisi, superata anche dall’estrema destra di Afd che ormai sembra stabilizzarsi come secondo partito in Germania. Altro Paese sotto i riflettori è la Romania. La vittoria, clamorosa e del tutto inaspettata, al primo turno delle elezioni presidenziali del candidato di estrema destra Calin Georgescu ha aperto una fase di profonda incertezza. La Corte costituzionale, accogliendo due ricorsi, ha ordinato il riconteggio dei voti espressi nel primo turno del 24 novembre. Una decisione che potrebbe far slittare il ballottaggio previsto per domenica 8 dicembre a data da destinarsi, e che ha fatto scattare l'allarme sulla regolarità del voto. Come se non bastasse, Il Consiglio Supremo della Difesa nazionale ha denunciato l'esistenza di attacchi cibernetici durante il voto di domenica, attuati allo scopo di influenzare la correttezza del processo elettorale. Senza fare nomi, si è parlato di un candidato che ha beneficiato in maniera massiccia di un trattamento preferenziale da parte di TikTok. Le tecniche di coordinamento utilizzate durante la campagna elettorale in Romania per manipolare l’algoritmo di TikTok sono “esattamente le stesse” di quelle utilizzate da attori pro-Russia nel periodo elettorale in Moldova ha evidenziato Mattia Caniglia, Senior Intelligence and Policy Analyst presso il Global Disinformation Index. È ancora troppo presto per attribuire responsabilità, ha sottolineato, “ma sappiamo che c’è stato un coordinamento e le modalità di alcune tattiche ci parlano di strategie spesso usate da Mosca”. L’esperto, in particolare, ha raccontato che i ricercatori open source hanno riscontrato un “largo impiego di canali Telegram popolati da ‘volontari’ che ricevevano istruzioni dettagliate su cosa commentare, come rilanciare, che hashtag usare” sulla piattaforma, dove la campagna di Georgescu ha ricevuto una visibilità straordinaria rispetto ai rivali.