
L’occasione è stata la consegna delle insegne ai 25 nuovi Cavalieri del lavoro. È arrivato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un messaggio molto diretto e chiaro rispetto allo stato di salute dell’economia italiana. Partendo dai numeri. “L’Italia è tornata a crescere. Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione. I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil”. Poi, è arrivato il monito a chi è preposto a emettere giudizi sull’Italia. Secondo Mattarella, è “irragionevole che non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana. Questa la posizione patrimoniale. “Un segno di forza”, l’ha definita il governatore della Banca d’Italia nella sua ultima relazione”. Il Capo dello Stato nel passaggio successivo ha guardato al sistema imprenditoriale. “Il merito è delle imprese, dei capitani d’impresa, dei loro collaboratori, insieme alle lavoratici e ai lavoratori che in esse operano”. Mattarella ha poi allargato l’orizzonte. “Questo conferma, peraltro, quanto vitale sia per l’Italia l’apertura dei mercati e delle relazioni commerciali. Muoviamo dalla scelta europeista, che ci consente di partire da un mercato di circa 450 milioni di persone, lasciando alle spalle politiche protezionistiche o, peggio, autarchiche, di controllo dirigista. Bisogna proseguire su questa strada: integrare meglio l’economia europea, con l’unione bancaria, con una politica comune di bilancio, con investimenti per l’innovazione, affrontando i temi fiscali. Le imprese ne sono consapevoli. Le imprese costituiscono una frontiera dell’Italia di domani”.