
All'Armani Teatro di Milano l'abc dell’eleganza maschile tra leggerezza estrema e silhouette fluide
"Avete visto l'abc della moda", dice con un sorriso Leo Dell'Orco, storico braccio destro di Giorgio Armani, salutando i giornalisti al termine della sfilata primavera/estate 2026, presentata negli spazi dell'Armani Teatro, a Milano. Lo stilista, che compirà 91 anni a luglio, non era presente fisicamente - è ancora in convalescenza dopo un recente ricovero - ma ha seguito tutto da remoto, come già per Emporio, e ha telefonato personalmente a Dell'Orco, responsabile delle linee maschili e da 45 anni al suo fianco, per complimentarsi: "Gli è piaciuta, era contento anche della scelta delle donne uscite in passerella insieme ai modelli”, ha raccontato. Ed è proprio questa doppia presenza, uomo e donna vestiti con gli stessi abiti, nello stesso modo, uno degli elementi più forti della sfilata: coppie in perfetta armonia, con la stessa giacca doppiopetto, la cravatta, gli stessi pantaloni con le pinces leggerissimi, la stessa camicia abbottonata. Un’idea di fluidità non solo nella silhouette ma anche nel genere.
L’ispirazione della collezione si muove tra città e vacanza, Nord e Sud del mondo, Oriente e Occidente. “Questa collezione rappresenta una nuova esplorazione di un tema a me sempre caro - spiega Armani in una nota - la combinazione di riferimenti e culture, l’idea della moda che trova armonia tra cose in apparenza dissonanti, unendole in un segno di stile chiaro e leggero". Tutto è dominato dalla leggerezza: i materiali impalpabili sembrano fluttuare sul corpo, le giacche destrutturate si allungano e si aprono su pantaloni dalla costruzione tecnica ma dalla resa ariosa, chiusi da pince a goccia o lasciati scivolare morbidamente sulle scarpe di suede, sandali o chukka boots in tonalità pastello.
Le superfici si animano con grafiche esotiche, motivi chevron e intrecci, veri o stampati. Gli accessori, come portachiavi e portaocchiali appesi al collo, cinture a nodo o intrecciate, cappelli di rafia, raccontano uno spirito libero da regole, rilassato ma mai casuale. La palette è un altro punto focale: dai toni desertici e sabbia, all’immancabile greige, si mescolano a sfumature di acquamarina, blu profondi, ciclamino, buganvillea e grigi urbani. Al calar della sera, il nero smorza ogni vibrazione cromatica, riportando tutto alla calma. Il pubblico in sala riflette l’apertura culturale della collezione: da Jason Isaacs (fresco di 'White Lotus 3') a Simu Liu ('Avengers: Doomsday'), da Giancarlo Esposito ('Captain America: Brave New World') al regista Ferzan Özpetek e all’attore Edoardo Leo, fino a volti come Max Minghella, Fatih Akin, Eduardo Scarpetta, Gianmarco Saurino, Benito Skinner e il ballerino Sergio Bernal Alonso. (di Federica Mochi)