
In sede di discussione alla Camera dello schema di Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva dell’Unione europea (EU ETS), che ha modificato il sistema di scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra, sono state condivise e analizzate le proposte sostenute di recente anche da diverse associazioni del settore marittimo e portuale. Prima fra tutte la richiesta di un maggiore coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti quale soggetto indispensabile per la gestione dei fondi generati dall’ETS e la messa in atto delle politiche marittime, specie in ottica di inserimento del trasporto marittimo nel regime ETS. Ricordiamo che nel sistema di scambio di quote di emissioni di gas inquinanti, dal 2024 sono incluse le navi con stazza lorda pari o superiore a 5 mila tonnellate per trasporto merci o passeggeri, dal 2025 saranno incluse anche le navi con stazza lorda compresa tra 400 e 5 mila tonnellate e le navi offshore di stazza lorda pari o superiore a 5 mila tonnellate. Inoltre, la stessa direttiva prevede quote crescenti di emissioni che devono essere restituite dal 2025 al 2027. In particolare, la Camera ha valutato favorevolmente lo schema di decreto inserendo importanti modifiche agli articoli che riguardano progetti fondamentali per il comparto marittimo, come l’intermodalità del trasporto marittimo-ferroviario (sea modal shift), in modo che i fondi generati dal settore marittimo vengano effettivamente ed efficacemente impiegati nel settore stesso. Inoltre, lo schema di decreto sottolinea l’importanza di misure finalizzate a decarbonizzare il settore migliorando l’efficienza energetica di navi, porti e infrastrutture, oltre che alla decarbonizzazione dei collegamenti marittimi per la continuità territoriale sancita dalla Costituzione.