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Peppe Lanzetta a 'Ciao Maschio' ricorda Pino Daniele: "Io a scuola con lui, temeva di non farcela"

L’attore partenopeo ospite di Nunzia De Girolamo nella puntata di oggi, in onda in seconda serata su Rai 1

Peppe Lanzetta negli studi di 'Ciao Maschio' - Ipa
Peppe Lanzetta negli studi di 'Ciao Maschio' - Ipa
03 maggio 2025 | 13.18
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"Io ho fatto la scuola Ragioneria in classe con Pino Daniele. Abbiamo fatto quattro anni insieme, perché lui era ripetente della seconda: anni che sono stati meravigliosi. Lui era molto buffo, comico, faceva delle battute, anche se poi si è venduto diversamente. Lui mi diceva sempre 'Peppe, ma io sono chiatto, non ci vedo, chi mi farà cantare?'. Quando presi il posto in banca, gli dissi di non preoccuparsi perché avremmo trovato chi lo avrebbe fatto cantare. Andavamo in giro con la mia Renault C, in giro per le case discografiche. Ricordo sempre che quando eravamo nei pressi del casello autostradale, lui mi diceva sempre: 'Ma dove stiamo? Ma già hai pagato?'. Allora io rispondevo che era tutto ok. C’era proprio la bellezza di vivere un artista che poi è diventato iconico. È diventato quello che è diventato". Così Peppe Lanzetta ricorda Pino Daniele ospite di Nunzia De Girolamo a 'Ciao Maschio', in onda oggi in seconda serata su Rai 1.

Nell'intervista l'attore - candidato ai David di Donatello come Miglior attore non protagonista per 'Parthenope' di Paolo Sorrentino - ricorda la sua giovinezza tra sogni e posto fisso: "Mi sono ritrovato a 19-20 anni con mia madre che decise che avrei dovuto prendere un posto in banca per forza di cose, anche se io avevo tutt'altro in testa. Ero orfano di padre, ovviamente mia madre era felicissima quando la banca ha chiamato per dire che suo figlio aveva avuto questo lavoro. A lavorare, però, ci dovevo andare io. Mi presentavo in banca con gli zoccoli olandesi, con i capelli lunghi, e una birra in mano. Grazie a una mia amica, compagna di Sassuolo, riuscii a trovare il coraggio per lasciare il posto di lavoro. E da allora io non mi sono mai più fermato. Sono partito con una 500 targata Frosinone 9 e sono andato a Sanremo perché avevo saputo che proprio li c'era Renzo Arbore. Io dovevo incontrare Renzo Arbore".

"Nella mia vita - ricorda l'attore - si concentrarono una serie di fatti, eventi, aneddoti, storie, tutte nel 1996. Ad esempio Lucio Dalla mi chiamava all’una di notte, Luca De Filippo diceva che non bastava più suo padre per raccontare Napoli e quindi aveva scelto me. Il successo e la popolarità, tu credi di essere arrivato, in realtà in una curva, perché poi la vita si vede in una curva, sono un po' scivolato, complice anche l'amore e la passione. In verità io incontrai una femme fatale e da lì non si capì più niente", conclude.

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