Ed Sheeran: "In ‘Play’ un’esplosione di gioia e technicolor"

Il cantautore inglese torna con un disco eclettico che unisce tradizioni musicali di tre continenti. Dopo aver chiuso il mastodontico ‘Mathematic Tour’ – 10 milioni di spettatori in tre anni e mezzo – oggi inaugura una nuova fase della sua carriera, l’era ‘Stereo’, e lo fa con un disco che è un viaggio sonoro a tutto tondo.

Ed Sheeran:
12 settembre 2025 | 08.50
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È un turbinio di colori, emozioni e culture. Ed Sheeran torna con ‘Play’, il suo ottavo album in studio disponibile dal 12 settembre, a 14 anni dal debutto con ‘+’, e ci trascina con sé in un viaggio musicale senza confini, fatto di chitarre acustiche, suoni indiani e punjabi e melodie folk irlandesi. “Volevo solo creare gioia e technicolor”, racconta il cantautore inglese, instancabile sperimentatore e voce di una generazione intera. Dopo aver chiuso il mastodontico ‘Mathematic Tour’ – 10 milioni di spettatori in tre anni e mezzo – oggi inaugura una nuova fase della sua carriera, l’era ‘Stereo’, e lo fa con un disco che è un viaggio sonoro a tutto tondo. Registrato in giro per il mondo e completato a Goa, in India, ‘Play’ unisce ballate acustiche, pop globale e influenze folk provenienti da tre continenti. “Ho trascorso alcuni dei giorni più divertenti, esplorativi e creativi della mia vita. Abbiamo trasformato quattro ville in studi: in uno avevo solo gli strumenti indiani, in uno registravo, in un altro cantavo, è stato un mese pazzesco” spiega Sheeran.

Il risultato è un album eclettico ma coerente. “Più invecchio, più voglio semplicemente godermi le cose e assaporare i momenti folli e caotici” dice. E ‘Play’ suona proprio così: un disco che alterna euforia e introspezione, colori accesi e angoli acustici, dove il cuore spezzato incontra l’armonia. Dai singoli già pubblicati – ‘Azizam’, ‘Old Phone’, ‘Sapphire’ e ‘A Little More’ – si capisce subito la direzione. ‘Sapphire’, scritto e registrato in India con Arijit Singh, è diventato un inno multiculturale. “Non me ne sono reso conto mentre lo stavo facendo, ma mi sembra super importante e amo come è stato accolto - confessa Ed -. Credo che resisterà alla prova del tempo in termini di fusione della cultura pop occidentale con quella indiana in modo rispettoso”. Per il lancio di ‘Azizam’, Sheeran ha cantato per le strade in India, ha ricreato il suo pub al Coachella e ha suonato a sorpresa nel pub della sua città. Con ‘Old Phone’ ha aperto l’account Instagram @teddysoldphone, una capsula del tempo con vecchie foto dal telefono che aveva abbandonato nel 2015. Nel video di ‘A Little More’, Rupert Grint torna a interpretare il fan ossessivo del video di ‘Lego House’ (2011), in un gioco di rimandi tra passato e presente.

La prima traccia, ‘Opening’, è stata l’ultima ad essere scritta. “Ho pensato che fosse un po’ troppo brusco passare da ‘Subtract’ a ‘Sapphire’ - ammette -. L’ho descritta come una ‘Sicko Mode’ acustica: inizia come ‘Subtract’ e poi passa a ‘Play’”. E proprio questo brano mette in chiaro le intenzioni di Sheeran: continuare a evolversi senza perdere il contatto con le proprie radici. “Questo album è di nuovo sull’esplorazione del mondo” spiega. Dopo ‘Subtract’ che raccontava dolore e perdita, ‘Play’ è una reazione luminosa. “Uscito da tutto ciò, volevo solo creare gioia e technicolor”.

La scelta di suonare in luoghi inediti durante l’estate 2024, come Croazia, Serbia e Cipro, è stata parte del processo creativo. “Facevo solo un concerto a settimana - ricorda l’artista -. Non è stata la scelta più redditizia, ma volevo esplorare e avere tempo per stare a casa. Così riesco a essere creativo e godermi la famiglia: è bellissimo”. Sheeran riflette anche sul suo ruolo nella musica pop: “Ogni anno spunta un nuovo cantautore che chiamano ‘il prossimo Ed Sheeran’. Potevo prenderla male o diventare amico loro. E così è stato, come con Shawn Mendes o Lewis Capaldi. Voglio fare il tifo per tutti i miei colleghi”. ‘Play’ è solo l’inizio: Ed ha già in mente altri quattro album per completare l’era ‘Stereo’: ‘Rewind’, ‘Pause’, ‘Fast Forward’ e ‘Stop’. E ha persino pianificato un disco postumo, ‘Eject’: “È davvero nel mio testamento. Cherry può scegliere le tracce. Voglio che sia pianificato”.

Con ‘Play’, Ed Sheeran conferma di essere un artista che sa rinnovarsi, mantenendo un filo diretto con chi lo ascolta, vecchi e nuovi fan. E se questo è solo il primo capitolo dell’era ‘Stereo’, il viaggio è appena cominciato. L’album è un passo avanti rispetto ai suoi precedenti lavori, non semplicemente per ampiezza del suono, ma per l’attitudine: più curioso, più aperto e più disposto a correre rischi. È la celebrazione di quel che Ed Sheeran ha imparato sul mondo: viaggi, culture e contaminazioni, senza dimenticare che scrivere una ballata acustica resta una delle sue armi migliori. (di Federica Mochi)

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