Gerry Scotti pronto alla sfida: "De Martino da record ma 'La Ruota' non resterà a guardare"

Il conduttore all’Adnkronos: "A settembre arriveranno novità nello show, a partire da premi che faranno saltare di gioia i concorrenti”

Gerry Scotti
Gerry Scotti
18 luglio 2025 | 15.29
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Da preserale all'access prime time, 'La Ruota della Fortuna' gira sempre nel verso giusto per Gerry Scotti. Il conduttore non ama parlare di numeri, per sua stessa ammissione, ma intanto li stravince. Dal debutto, il 14 luglio, alla puntata di ieri il game show non ha mai registrato uno share al di sotto del 21% e ieri ha dominato l'access prime time con 3.840.000 telespettatori e il 25,4% di share, segnando picchi di 5.500.000 telespettatori e il 35,8%. La scommessa di Pier Silvio Berlusconi per l’evoluzione di Canale 5 a partire dall’access prime time può già dirsi vinta. "C’era la speranza di fare una bella figura, questo sì - dice all'Adnkronos Scotti commentando l'accoglienza per il game show nella fascia access - La certezza no, perché nel nostro lavoro la sicurezza può facilmente trasformarsi in sicumera, e la sicumera è un brutto vizio umano. Ma, per chiudere la risposta con una parola giusta: c’era la serenità di aver portato in onda un prodotto fatto bene. E questo, per noi, conta moltissimo". A settembre "aspettatevi delle novità", arriveranno "premi che faranno saltare di gioia i concorrenti". E il confronto con 'Affari Tuoi' di Stefano De Martino? "Se riusciremo a fare il nostro 18% di share, sarà davvero un piccolo miracolo". Per il conduttore il successo dei 'pacchi' "è sotto gli occhi di tutti" e "non si può essere irriverenti davanti a un programma così fortunato e fatto bene". Ma allo stesso tempo, "non si può nemmeno restare a guardare. Qualcosa bisognava pur fare".

Si aspettava questa accoglienza per 'La Ruota della Fortuna' in access prime time?

"Lo stupore c’era già stato lo scorso inverno, poi in primavera e di nuovo in inverno, quando abbiamo portato il programma nella fascia del preserale, che è già un territorio complesso in cui affacciarsi. E quindi, conoscendo bene questo genere di programmi – li conduco da circa 30 anni – sapevo che il dna di un prodotto adatto, diciamo così, al pubblico nazional-popolare c’era tutto: era intrigante, capace di fare compagnia. Anche l’aspetto grafico, lo studio, l’allestimento in generale, avevano dato valore aggiunto. Non avevamo tolto nulla, anzi, avevamo aggiunto qualcosa in più. C’era la speranza di fare una bella figura, questo sì. La certezza no, perché nel nostro lavoro la sicurezza può facilmente trasformarsi in sicumera, e la sicumera è un brutto vizio umano. Ma, per chiudere la risposta con una parola giusta: c’era la serenità di aver portato in onda un prodotto fatto bene. E questo, per noi, conta moltissimo".

Lei ha già frequentato questa fascia oraria con 'Striscia la Notizia', ma crede che un game dopo i tg sia più gradito in questo momento storico in cui i telegiornali sono pieni di brutte notizie?

"Dico la verità – perché altrimenti sarei bugiardo – non me lo sono mai chiesto davvero. Anche perché, come tu stessa potresti farmi notare, ero ancora seduto al bancone di 'Striscia' fino a un mese fa. Era parte della mia storia personale, ma anche della nostra storia di telespettatori: a quell’ora, avere in tv un programma di quel tipo era quasi naturale. Sì, forse l’eccesso di informazione, anche quella alternativa, può aver avuto un peso, sicuramente. Ma non spetta a me fare analisi, non sono la persona più adatta. Però di una cosa sono certo: non si poteva pensare di cambiare facendo qualcosa di simile. Bisognava cambiare proprio genere. E questo nuovo genere è decisamente diverso da quello di 'Striscia'. Detto ciò, so che Antonio Ricci e i suoi autori stanno lavorando a una nuova edizione che, a quanto pare, porterà parecchie novità, anche sul piano visivo e formale. E quindi, quando tornerà, sarà ancora più 'Striscia' di prima".

In questi giorni, ha sentito Antonio Ricci? Se sì, cosa vi siete detti?

"No, in questi ultimi tre giorni (dal debutto de 'La Ruota della Fortuna' ad oggi, ndr) non ci siamo sentiti. Ci eravamo sentiti quando la decisione era ancora nell’aria, e lui doveva confrontarsi con il nostro editore per definire questa alternanza tanto auspicata da Pier Silvio Berlusconi. Quindi ci siamo parlati fino a quel momento. L’ultima volta mi ha detto: 'Guarda che sei un pazzo ad accettare una sfida del genere'. Io ci ho riso su, e gli ho risposto: "Eh, va beh dai...se non sono 'pazzi', non li vogliamo!"

Per ora, ha fronteggiato 'Techetechetè' ma anche la partita della Nazionale femminile e l'ascolto è andato sempre oltre il 20% di share, arrivando anche a superare il 22%. Quale percentuale la soddisferebbe nel confronto con 'Affari Tuoi' che dovrà affrontare da settembre?

"Ecco, appunto: se ci sarà un competitor nello stesso genere, sarà proprio quello. Quindi, se riusciremo a fare il nostro 18% di share, sarà davvero un piccolo miracolo. E saremo felicissimi, sia noi in azienda sia Publitalia, di un risultato del genere. So benissimo qual è la missione. È chiara: arrivare, dopo un’estate di rodaggio, con un bel prodotto pronto anche per affrontare quell’altra grande sfida. Ma è una sfida tosta, perché non parliamo di una novità. 'Affari Tuoi' è un programma ormai consolidato da anni, anni e anni. Il successo che ha oggi è sotto gli occhi di tutti. Quindi non si può essere irriverenti davanti a un programma così fortunato e fatto bene. Ma allo stesso tempo, non si può nemmeno restare a guardare. Qualcosa bisognava pur fare".

In queste settimane ha scambiato telefonate o messaggi con Stefano De Martino?

"No, non ho il numero di De Martino".

Se ce lo avesse, cosa gli direbbe?

"Ma no, è lui che dovrebbe darmi qualche consiglio. Ormai è lui l’uomo dei record. Io sono uno che sa affrontare con responsabilità il proprio lavoro. Oggi ho fatto i conti: sono 41 anni di carriera, che non sono pochi, e di questi ben 30 li ho trascorsi proprio in quella fascia oraria. Ma De Martino, con la sua freschezza, la sua energia e la sua giovinezza, può solo darmi consigli, non certo riceverli da me".

L'aver aumentato il massimo premio de 'La Ruota della Fortuna' a 200.000 euro rientra nelle modifiche attuate per poter concorrere meglio con il gioco dei 'pacchi', in cui il premio massimo è di 300.000 euro?

"No, era una modifica necessaria. Bisognava adeguare anche 'La Ruota' italiana alla media dei premi che si vedono all’estero, in America o in altri Paesi. In America, ad esempio, arrivano a regalare appartamenti, ville, e via dicendo. Quando organizzi una festa, devi metterti l’abito giusto, ma anche la torta deve essere all’altezza dell’occasione. E ve lo dico già da ora: a settembre ci saranno ulteriori sorprese. Arriveranno dei mega premi che, grazie alla nostra natura di tv commerciale – perché sì, lo siamo – riusciremo a mettere in palio premi capaci davvero di far saltare di gioia i nostri concorrenti".

Lei è un conduttore che ha fatto di tutto nella sua carriera. Cos'altro vuole scoprire e raccontare in tv?

"Mi piacciono le parole 'scoprire' e 'raccontare', mi fanno venire in mente il divulgatore. Quindi è una cosa che farò in tarda età, nella mia terza età televisiva. Chi mi vorrà, spero Mediaset, magari proporrò qualche programma dove racconterò delle cose. Non cercherò di fare l'Alberto Angela, ma insomma c'è spazio per raccontare la nostra Italia, il nostro Paese, le sue città, i suoi paesi, le sue campagne, i suoi uomini e le sue donne. Ogni tanto lo tiro fuori come sogno nel cassetto. Sono scaramantico: una volta dal cassetto tiravo fuori 'La Ruota' e poi l'ho fatta. Quindi se adesso tiro fuori questo sogno, magari tra 5 o 6 anni me lo fanno fare".

Quindi al momento è solo un sogno, nulla di concreto.

"Per adesso è solo un sogno. Perché poi l'Italia mi piacerebbe girarla con un mezzo diverso, con la moto o con la barca a vela. Sarebbe una cosa fuori dagli studi televisivi, quindi è necessariamente un sogno. Se mi allontanassi ora dal cortile questi (Mediaset, ndr) manderebbero le guardie a riprendermi", ironizza il conduttore. (di Lucrezia Leombruni)

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