Danny Boyle: "Nazionalismo e Brexit, paghiamo il prezzo di un'illusione romantica"

Il regista torna con '28 anni dopo': "Raccontiamo la rabbia incontrollabile del mondo di oggi"

Danny Boyle
Danny Boyle
17 giugno 2025 | 13.19
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"In Gran Bretagna abbiamo voltato le spalle all'Europa rifugiandoci in un passato che stiamo romanticizzando invece di guardare avanti e pensare al futuro". Così all'Adnkronos il regista Danny Boyle, in occasione dell'anteprima a Roma del film '28 anni dopo' (dal 18 giugno nelle sale prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures), che arriva dopo '28 giorni dopo' (2002) e '28 settimane dopo' (2007). La pellicola - scritta ancora da Alex Garland ('Ex Machina', 'Annihilation', 'Civil War') — "ci porta in un’Inghilterra ormai sigillata, abbandonata dal mondo dopo la diffusione del virus della Rabbia. Viviamo già da anni dentro questa catastrofe lenta. Il Covid ha reso reale ciò che prima era solo immaginazione. E la Brexit ha chiuso ulteriormente il nostro Paese in una bolla isolata dal resto del mondo", dice il regista, che riflette su come oggi "guardiamo al passato in modo un po' vanaglorioso". Nel film, infatti, "ci sono immagini d'archivio di 'Enrico V' - la versione con Laurence Olivier - che contiene un famoso discorso tratto dall’opera originale di Shakespeare, quello del giorno di San Crispino. Una frase recita 'Felici noi, noi pochi, schiera di fra­telli'. È l’Inghilterra eroica che combatte il mondo".

Una comunità, di quel tempo, "che trasmetteva ai figli maschi le proprie abilità - l’uso dell’arco e delle frecce - e non alle figlie. I maschi erano maschi e imparavano a combattere. Le femmine erano femmine e restavano a casa a preparare da mangiare per tutti. E credo che questo stia iniziando ad riaccadere anche nella Gran Bretagna di oggi, con il nazionalismo che ha alimentato la Brexit. Questa è una visione miope e retrograda, che non porterà da nessuna parte", sottolinea il regista di 'Trainspotting'. "Attualmente, c’è un movimento - silenzioso ma concreto - per riportare la Gran Bretagna verso l’Europa. Per fortuna!", ma c’è anche "una forza, guidata dal Reform Party, che invece guarda con nostalgia al passato. Ed è proprio questo che volevamo rappresentare nel film, sotto la bandiera di Saint George".

'28 anni dopo' è il primo capitolo di una nuova trilogia che torna nel mondo del Virus della Rabbia, già al centro delle ultime due pellicole del regista: "Le persone sono diventate più intolleranti, c'è una rabbia incontrollabile in giro. Ma c'è anche tanta insoddisfazione e la tendenza di dare la colpa agli altri", spiega Boyle. Nel film, però, si vede un gruppo di sopravvissuti che resiste al virus della rabbia. Oggi ci sono questi 'resistenti' nella politica o, in generale, nella società? "E' difficile trovare quegli eroi che si alzano in piedi a combattere per il bene comune. Ma credo che ci siano. Prima di tutto, però, dobbiamo cercare di non permettere a nessuno di dividerci come comunità. Oggi ci vogliono mettere gli uni contro gli altri", riflette Boyle. "In Gran Bretagna, ad esempio, abbiamo un sistema sanitario che è disponibile per tutti ed è gratuito. Come ama sottolineare la destra ha molti problemi, ma secondo me è una forza positiva nel mondo". Come lo è per il regista "la Bbc, è una fonte di informazione da proteggere in un mondo sempre più confuso dall'intelligenza artificiale e dalla disinformazione". di Lucrezia Leombruni

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