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Sermonti, Montanari, Lastrico e Martari sono 'Maschi veri' su Netflix: "Il maschio vero è fragile"

Gli attori sono i protagonisti della nuova serie Netflix disponibile dal 21 maggio

da sinistra: Franceco Montanari, Maurizio Lastrico, Matteo Martari e Pietro Sermonti
da sinistra: Franceco Montanari, Maurizio Lastrico, Matteo Martari e Pietro Sermonti
11 maggio 2025 | 14.23
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“Oggi il maschio vero non dovrebbe aver paura delle sue fragilità”, dice Matteo Martari. Un pensiero condiviso anche da Pietro Sermonti: “Sono d’accordo, senza però iniziare a vivere una forma di voluttà della fragilità perché non è un merito, è uno stato che se vissuto va affrontato per il bene della collettività. Ma non bisogna fare l’errore di pensare che se non sei fragile allora non vai bene, non vorrei che ci fosse la dittatura della fragilità”. Per Francesco Montanari “il maschio vero dovrebbe essere in grado di rigettare tutto quello che gli è stato imposto e ripartire”, mentre per Maurizio Lastrico “dovrebbe essere come Alessandro Barbero: colto, che sa le cose e le divulga alle persone, migliora il Paese riuscendo ad arricchirsi con questo: non sfruttandolo politicamente, ma migliorando la collettività”. A parlare all’Adnkronos sono i quattro protagonisti della serie comedy Netflix ‘Maschi veri’. Disponibili dal 21 maggio e prodotti da Matteo Rovere per Groenlandia (società del gruppo Banijay), gli 8 episodi seguono Mattia (Lastrico), Massimo (Martari), Riccardo (Montanari) e Luigi (Sermonti): quattro amici sulla quarantina che, in un mondo che prova a cambiare verso la parità sociale e di genere, si ritrovano ad affrontare i propri pregiudizi e le conseguenze inaspettate che derivano dal doversi mettere in discussione.

Non faccio altro che interrogarmi sulla mia mascolinità”, ammette Sermonti. “Anche a noi succede quotidianamente”, dicono Montanari e Lastrico. “La mia compagna mi dice sempre ‘ma è possibile che non sai fare questo o quello’. Io le dico sempre ‘ma perché stai con me? Spiegami cosa ti ha fatto innamorare di me’”, svela con ironia il comico genovese e attore anche se “sembra un po’ un racconto da cabarettazzo degli Anni 80”, aggiunge. “Appena metto il piede fuori dal letto, ho già sbagliato. Sia chiaro, non voglio un premio. Ma se penso a tutto quello che mi dice di non saper fare, mi dovrei estinguere”, dice ancora Lastrico con la sua comicità. I quattro protagonisti della serie, basata sulla spagnola ‘Machos alfa’, da sempre legati al loro status di maschi alfa, devono improvvisamente riscoprire il loro posto nella società e nelle dinamiche di coppia senza perdere, nel frattempo, loro stessi. E lo fanno attraverso un corso di decostruzione della mascolinità. “Probabilmente un corso non basta”, dice Martari.

“Potrebbe essere utile”, dice Sermonti “ma anche semplicemente leggere alcune autrici o autori e farsi delle domande. Io ho letto donne e uomini che hanno affrontato questo problema anche in modo molto spiritoso. Decostruirsi è divertente”. La serie - diretta da Matteo Oleotto e Letizia Lamartire e scritta da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti - affronta anche il tema della fragilità maschile e del sentirsi inadeguati. “Per uscire da questa fase di vergogna serve ammetterla, vederla e discuterne, ma anche andandola a scoprire nelle zone più piccole. Se facciamo finta di non vedere le nostre fragilità non facciamo del bene né a noi e né agli altri. Però poi, come succede in questa serie, non guasta avere la possibilità di riderne e di non pensare di essere tutti dotati di tutte le risposte dell’universo”, riflette Sermonti. “Intraprendere un percorso terapeutico è molto utile”, sottolinea Montanari, “dovremmo avere la responsabilità e il coraggio di farlo”.

Secondo Lastrico “il cinema o la tv possono contribuire a presentare modelli sensibili o fragili, che interagiscono con il mondo, per cercare di essere uno stimolo agli uomini a tirar fuori la propria fragilità con meno paura”. Oggi il termine ‘mascolinità tossica’ è abusato? “Sì, come si abusano tutti i termini oggi. Ma danno un grande senso di realtà”, fa notare Montanari.”Non è un caso che ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi ha avuto un forte riscontro in questo momento storico. In quel film, ambientato in un’epoca in cui non stavo neanche nei pensieri dei miei genitori, ci ho rivisto delle caratteristiche su cui sono stato educato. Certamente - prosegue l’attore - non parlo di un’educazione a picchiare le donne o a impormi con violenza sull’altro. Però mi hanno installato degli aspetti, che oggi sono in discussione”.

Diventa qualcosa di abusato “la ricerca di una mela marcia da individuare, come se il maschio tossico confini con l’individuo: trovato l'individuo che ha detto la battuta sessista viene giustiziato così saremo una popolazione migliore. Ma in realtà - riflette Lastrico - il maschio tossico è qualcosa che ognuno di noi ha dentro, come lo è l’omofobia o la tendenza alla guerra, eccetera”. Quindi, “va estirpata, facendo crescere una parte buona che vada a isolare quella parte lì. E questo è un compito di formatori, educatori e della scuola”. Ma anche dell’arte: “Ha il dono di farci riflettere su noi stessi, di parlare di noi, di prenderci gioco di noi e di entrare nel punto di vista di qualcun altro. Molti ragazzi apprendono sentimenti o come funzionano certe dinamiche dai film”, dice Lastrico, che cita De André: “Quando lui scriveva le sue canzoni insieme a Fossati, prestava molta attenzione al testo e si impegnava a riscriverlo perché diceva ‘poi i ragazzi ci credono a queste cose’”.

Alla domanda ‘come reagite quando vi capita di vedere atteggiamenti tossici da parte degli altri uomini?’, Montanari si dice “inorridito da quello che succede oggi. Intervengo se la situazione si fa pericolosa. Questo però mi fa sentire deluso da me stesso perché per intervenire ho bisogno del pericolo quasi dichiarato, non mi basta la presa in giro fastidiosa. Io, per esempio, non sarei stato in grado di rispondere al giornalista come Javier Bardem quando gli è stato chiesto quanto sia difficile lavorare con sua moglie Penelope Cruz, buttando la questione sulla goliardia. Bardem gli ha detto di essere stato di cattivo gusto. Io sono stato fiero di quella risposta e l’ho pure invidiato per averlo fatto”. Mentre il collega Sermonti si sta impegnando “a non girarmi mai dall’altra parte in qualsiasi situazione. È un mio esercizio quotidiano”, conclude. Il cast di 'Maschi veri' include anche Thony, Sarah Felberbaum, Laura Adriani, Alice Lupparelli, Corrado Fortuna e Nicole Grimaudo. di Lucrezia Leombruni

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