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Marinelli e Jung insieme sul set: "Con il nostro legame non ci siamo 'nascosti'"

La coppia, nella vita e nel lavoro, nelle sale con ‘Paternal Leave’, debutto alla regia dell’attrice

Marinelli e Jung insieme sul set:
06 maggio 2025 | 17.17
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Da ‘M - Il figlio del secolo’ a un racconto più intimo sulla complessità del rapporto genitori-figli. Luca Marinelli torna sul grande schermo con un nuovo personaggio, diretto questa volta dalla moglie Alissa Jung, che debutta alla regia con ‘Paternal Leave’, in uscita nelle sale il 15 maggio distribuito da Vision Distribution.

I due, che si sono conosciuti sul set di ‘Maria di Nazaret’ e sono una coppia dal 2012, sperimentano così una nuova dimensione della loro collaborazione personale e professionale.

“Ci siamo sorpresi entrambi di quanto sia stato facile lavorare insieme”, racconta Marinelli all’Adnkronos. Conoscersi “permette di fare cose diverse. Magari, a volte, si pecca un po' di ineleganza però devo dire che siamo stati molto professionali. Io come attore e, mi permetto di dire, Alissa come regista, abbiamo utilizzato le cose positive del fatto di conoscerci così bene”.

“Abbiamo creato un gruppo molto affiatato, una grande famiglia dove sono diventata un po’ la zia di Juli”, aggiunge Jung, riferendosi a Juli Grabenhenrich, co-protagonista del film. Juli interpreta Leo (diminutivo di Leona), una quindicenne tedesca cresciuta senza la figura paterna, di cui ha scoperto l'esistenza solo di recente grazie alla madre. La notizia la lascia con molti interrogativi, al punto da decidere di partire alla ricerca di quest'uomo. Lui si chiama Paolo (Luca Marinelli) e l'ha avuta a 21 anni. Leo intraprende un viaggio di pochi giorni verso Rimini, dove Paolo lavora in un bar sulla spiaggia, per conoscerlo e ottenere delle risposte sull'abbandono subito.

In questa storia, racconta la regista, “volevo esplorare il rapporto genitori-figli. È un rapporto complesso e intenso dove c’è tanto amore ma che a volte nasconde anche ferite inaspettate. Basta uno sguardo, una frase, e nessuno può ferirci come i nostri figli, così come anche noi possiamo ferire profondamente i nostri figli. Questa vulnerabilità reciproca, data dall'intensità del legame, è ciò che volevo esplorare”.

La pellicola è stata presentata alla Berlinale 2025 nella sezione ‘Generation’ e già in quell’occasione, Jung aveva dichiarato di essersi interrogata sul perché alcuni genitori non vogliono conoscere i propri figli. “È una domanda che mi ha tormentato a lungo, perché emotivamente è difficile comprenderne le motivazioni”, dice la regista.

“Credo ci siano molteplici risposte - aggiunge - ognuno ha le proprie ragioni. Penso che parte della risposta risieda anche nel patriarcato. Prendiamo Paolo, il personaggio del film: forse se avesse avuto un modello di paternità diverso da quello imposto dalla società, che spesso dipinge il padre come una figura forte e distante, sarebbe stato più facile per lui abbracciare pienamente il suo ruolo. Quindi, in parte, attribuisco la colpa anche a questo modello sociale”.

Un ruolo, quello di Paolo, molto complesso per il quale Marinelli ha trovato ispirazione nella lettura e nei luoghi scelti per le riprese. La sceneggiatura, spiega, “era molto ricca e ho trovato tutte le emozioni necessarie nel testo e nella guida di Alissa. È stato fondamentale per me conoscere i luoghi delle riprese, capire perché Alissa li avesse scelti. Mi piace immergermi nell'ambiente prima di girare, passare del tempo nei luoghi”.

Fondamentale anche il rapporto con la co-protagonista Juli e il lavoro di prove ed esplorazione. Il racconto però non trova origine in esperienze di vita personali. La trama principale, quella in superficie, dice Jung, “non è affatto autobiografica. Ho avuto un padre molto presente come lo hanno avuto anche i miei figli”. Tuttavia, rivela, “negli strati più profondi del film, ci sono molte delle mie emozioni, esperienze che ho vissuto e che volevo esplorare”. E sul debutto alla regia ammette: “È bellissimo. La strada è lunga, ho fatto i corti e sono riuscita a fare il mio primo lungo. Speriamo di poter andare avanti. Mi sento a mio agio in questo lavoro”.

Dopo l'intensa esperienza della serie ‘M- Il figlio del secolo’, dove ha vestito i panni di Benito Mussolini, Marinelli si concede quindi una ‘pausa’ con un progetto diverso. “È stato molto bello. Un'esperienza completamente diversa, con un team più piccolo e un rapporto iniziale molto forte”, confessa l'attore.

Che conclude con una dedica alla moglie regista: “Abbiamo riflettuto a lungo se fosse giusto collaborare, ma sono grato ad Alissa per avermi spinto a farlo. Conoscendomi così bene, non c'era luogo dove potermi artisticamente nascondere. E lei mi ha portato ad esplorare posti dove sembrava scottasse il sole ma dove in realtà è stato molto bello andare”.

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