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Moussa Sangare, le scuse e le coltellate a Sharon: la confessione e l'omicidio senza motivo

Il legale della famiglia Verzeni: "Aveva 4 coltelli e ha minacciato altre persone, non si parli di raptus"

Moussa Sangare e Sharon Verzeni
Moussa Sangare e Sharon Verzeni
01 settembre 2024 | 07.17
LETTURA: 3 minuti

"Scusa per quello che sta per succedere". Moussa Sangare si è rivolto così a Sharon Verzeni prima di accoltellarla e ucciderla a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, nella notte tra il 29 e il 30 luglio. Il 31enne, che ha confessato l'omicidio della barista 33enne, nell'interrogatorio che ha preceduto il suo fermo ha fornito i dettagli agli inquirenti. E avrebbe anche riferito le parole di Sharon: "Perché, perché, perché?".

Prima di colpire Verzeni con una coltellata al petto, a cui ne sono seguite tre alla schiena, l'assassino si sarebbe scusato e avrebbe avvertito la vittima. Sangare potrebbe ribadire la versione nell'interrogatorio in programma domani alle 9 nel carcere di Bergamo. Il pm Emanuele Marchisio e la procuratrice facente funzioni Maria Cristina Rota intanto hanno chiesto al gip la convalida del fermo con l'accusa di omicidio con l'aggravante della premeditazione e dei futili motivi.

Il legale della famiglia di Sharon: "Non si deve parlare di raptus"

La condotta del reo confesso è al centro del dibattito pubblico. Luigi Scudieri, avvocato della famiglia Verzeni, tiene a prendere una posizione netta. "Ho sentito parlare in queste ore di 'raptus improvviso', di 'scatto d'ira' e assenza di premeditazione", scrive in una nota, facendo notare "tuttavia che, stando alle informazioni rese pubbliche, il signor Moussa Sangare sarebbe uscito dalla propria casa di Suisio con ben quattro coltelli di significative dimensioni e prima di uccidere Sharon a Terno d'Isola ha avuto tutto il tempo di minacciare anche altre due persone".

Quindi l'appello ai due ragazzini che sarebbero stati minacciati da Sangare: "Farebbero bene a farsi avanti". Infine una considerazione sui dubbi, sollevati dal legale del 31enne, sulla salute mentale del suo assistito: "Mi ha molto stupito, inoltre, che si sia parlato di 'verosimile incapacità' subito dopo il fermo, prima ancora di un esame completo di tutti gli atti di indagine e del pieno completamento degli accertamenti investigativi".

Il paese volta pagina

Terno d'Isola, intanto, prova a tornare gradualmente alla normalità mentre artelli e nuovi mazzi di fiori adornano il luogo in via Castegnate in cui Sharon è stata accoltellata. Sulla scena del crimine è stato affisso il cartello 'Giustizia è fatta'. Sotto è comparsa anche una grande composizione floreale con rose bianche. A portarla - a quanto riferiscono alcune persone che hanno assistito alla scena - è stato di prima mattina Sergio Ruocco, il compagno della vittima, che poi si è intrattenuto in paese per un giro. Tra i tanti biglietti e lettere attaccati al muro di via Castegnate c'è anche quella di una donna che si chiede come il 31enne abbia potuto colpire senza motivo. "Come si può fare una cosa del genere?". Quindi l'auspicio - lo stesso formulato anche dalla famiglia della vittima - che la morte di Sharon "non sia stata vana".

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