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Torna in cella il boss Sacco, tribunale sorveglianza revoca domiciliari

13 maggio 2020 | 09.08
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La decisione dopo l’approvazione del decreto del ministro della giustizia Alfonso Bonafede dopo le polemiche per le scarcerazioni dei boss mafiosi per l’emergenza coronavirus

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Torna in carcere il boss palermitano Antonino Sacco, che era stato scarcerato e messo ai domiciliari dal Tribunale di sorveglianza per l’emergenza coronavirus. Il magistrato di sorveglianza ieri sera ha revocato il provvedimento di differimento della pena per il boss che era nella sua abitazione da un mese. La decisione è arrivata dopo l’approvazione del decreto del ministro della giustizia Alfonso Bonafede dopo le polemiche per le scarcerazioni dei boss mafiosi. Sacco, che è in una struttura sanitaria carceraria, avrebbe fatto parte del triumvirato che ha retto di recente il mandamento di Brancaccio.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, "con nota dell’11 maggio comunica che vi è disponibilità ad associare il detenuto nella casa circondariale di Livorno, sede dotata di ampia offerta specialistica anche avvalendosi se del caso delle strutture sanitarie del territorio". scrive il giudice di sorveglianza.
"Considerato che la detenzione domiciliare è stata concessa in ragione delle patologie del detenuto" si legge ancora nel provvedimento, "anche in ragione dell’emergenza sanitaria da Covid 19" per cui Antonino Sacco "per età e concomitanti patologie è soggetto a particolare rischio in caso di infezione e tenuto conto però che attualmente si assiste ad una fase di relativa rimessione della diffusione dell’epidemia con riduzione del numero di nuovi contagi e delle infezioni", il decreto emesso per la concessione dei domiciliari "deve essere revocato non sussistendo più i presupposti".

"Il boss di Brancaccio Antonino Sacco ritorna in carcere. È questo il primo effetto del nuovo decreto legge voluto dal Ministro Bonafede. Una delle nuove norme, infatti, prevede che la magistratura di sorveglianza proceda alla tempestiva rivalutazione della concessione della detenzione domiciliare, precedentemente disposta in autonomia dai giudici, nel caso in cui si possano garantire al detenuto le cure in sicurezza in altre strutture carcerarie provviste di idonei reparti ospedalieri prontamente individuate dal Dap", commentano i parlamentari palermitani del Movimento 5 Stelle Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica: “I fatti sono la risposta migliore alle tante parole sui social di chi pensa soltanto a racimolare qualche voto spargendo paura. Si metta fine adesso ad una assurda strumentalizzazione e ad una campagna denigratoria e di fake news condotta dalla Lega e dal centrodestra anche al fine di attaccare la magistratura”.

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