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Apollo con la lucertola, nuova meraviglia di San Casciano

18 novembre 2023 | 13.44
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Tra le ultime scoperte un altare in travertino con una rarissima iscrizione bilingue in etrusco e latino e un cristallo di rocca

Apollo con la lucertola, nuova meraviglia di San Casciano

Una statua in marmo alta quasi due metri di un Apollo Sauroctonos, raffigurato giovanetto mentre caccia una lucertola, una copia romana di una statua greca attribuita al leggendario scultore Prassitele. E poi un altare in travertino con una rarissima iscrizione bilingue in etrusco e latino e altri preziosi oggetti che illuminano sulle antiche credenze sulla cura degli occhi da parte della divinità. Sono queste alcune delle nuove meraviglie che sono riemersa dall'ultima campagna di scavo, conclusa il 14 ottobre scorso, dal Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (Siena), al termine di un'esplorazione archeologica durata oltre tre mesi.

Lo scavo, che nel 2022 aveva portato alla luce il deposito votivo con oltre venti statue in bronzo e centinaia di offerte votive, anche quest'anno ha riservato nuove ed eccezionali scoperte, annunciate congiuntamente, con un comunicato, dal Comune di San Casciano dei Bagni, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e dall'Università per Stranieri di Siena.

Gli archeologi hanno portato alla luce al di sotto del tempio con la grande vasca sacra di età romana, una precedente struttura di età etrusca, caratterizzata da un orientamento leggermente diverso. L'acqua termale che sgorga nel cuore del tempio, con oltre 25 litri di acqua calda al secondo, si conferma sempre di più come il motore rituale e cultuale del santuario. Moltissime offerte in bronzo, ceramica e perfino in cristallo di rocca, accompagnarono le fasi di cantiere tra lo smontaggio del tempio di età etrusca e la monumentalizzazione imperiale del 'nuovo' sacello. Se nel 2022 erano emerse sulle statue in bronzo iscrizioni che documentavano la devozione e le cure presso il santuario termale di genti provenienti dal mondo etrusco e da Roma, la campagna del 2023 ha portato alla luce un eccezionale 'donario' (un altare) in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino. Si tratta di uno dei rarissimi esempi di iscrizione bilingui mai rinvenute, oggetto ora degli studi degli archeologi Adriano Maggiani e di Gian Luca Gregori.

Sono circa una trentina in Etruria le iscrizioni bilingui, ma per la gran parte si tratta di iscrizioni funerarie. In questo caso il 'donario' monumentale ha un carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda in etrusco e in latino. Si tratta di un documento straordinario che conferma la convivenza di genti diverse presso il santuario ancora agli inizi del I secolo d.C., con l'esigenza della divinità di essere da tutti compresa.

Ma la sorpresa è anche stata dischiusa dalla prosecuzione dello scavo all'interno del tempio, dove sul bordo della vasca sacra sono emerse le parti spezzate di una meravigliosa statua in marmo, quasi integralmente ricomponibile, di un Apollo Sauroctonos (Apollo con la lucertola). La statua fu spezzata al momento della chiusura del santuario agli inizi del V secolo d.C. Questo è il tempo infatti in cui tutto il luogo di culto fu chiuso ritualmente, probabilmente per effetto della cristianizzazione diffusa del territorio.

Mentre il deposito votivo fu protetto con la deposizione delle grandi colonne di travertino che ornavano il portico del tempio, la statua di culto di Apollo fu spezzata, frammentata e i pezzi quasi sparpagliati e poi coperti dalle massicciate di abbandono del sito. In parallelo con quanto sappiamo e osserviamo ancora oggi - la "contestazione della statua" coincide con un momento di profonda trasformazione e di grandi interrogativi politici e sociali.

Sono moltissimi gli esempi di culti di Apollo legati alle acque termali già da epoca arcaica. Apollo appare a San Casciano dei Bagni certamente a partire dal 100 a.C. se pensiamo alla statua in bronzo danzante e con arco deposta nella vasca più antica ed esposta al Palazzo del Quirinale. Il nome della divinità ricorre su almeno due altari in travertino provenienti proprio dal Bagno Grande e datati in età imperiale.

Dunque la statua in marmo aggiunge un tassello della presenza del dio ma in un santuario che almeno dal II secolo a.C. al III secolo d.C. è incentrato sul ruolo di Apollo. Un Apollo imberbe, giovane, con le lucertole, dove i temi della cura oftalmica e della protezione delle fasi più giovani della vita si legano indissolubilmente. L'archeologo Massimiliano Papini è già a lavoro sullo studio della statua di Apollo e speriamo presto di poter raccontarne pienamente la storia.

Lo scavo ha raggiunto così un'estensione di circa 400 mq, raggiungendo una profondità dal piano di campagna in alcuni punti di oltre quattro metri. La direzione di scavo è affidata dal Comune a Emanuele Mariotti. Il coordinamento scientifico è dell'Università per Stranieri di Siena, con il Centro di Archeologia per le Diversità e le Mobilità Preromane, diretto dal professore Jacopo Tabolli. La direzione scientifica è condivisa con la dottoressa Ada Salvi della Soprintendenza, cui pertiene anche la tutela diretta del sito e dei materiali. All'ultimo scavo hanno partecipato oltre cinquanta studenti e studentesse archeologhe e archeologi da università italiane e internazionali, mentre il gruppo di ricerca scientifica è composto da oltre settanta studiosi e studiose.

Il sindaco di San Cascino dei Bagni, Agnese Carletti, ha dichiarato: "Ogni campagna di scavo ci racconta un pezzo di storia nuova ed entusiasmante che come sempre vogliamo raccontare alla comunità proseguendo il processo di archeologia civica che abbiamo intrapreso quattro anni fa. Un grazie va a tutti coloro che hanno permesso che anche queste 14 settimane di scavo potessero svolgersi nel migliore dei modi: archeologi e archeologhe, enti pubblici e soggetti privati, cittadini e associazioni. Un grande progetto che passo dopo passo prosegue e per la cui realizzazione, sempre di più, è essenziale il sostegno del Ministero della Cultura".

Negli ultimi mesi, ha spiegato all'AdnKronos il coordinatore scientifico dello scavo, il professore Jacopo Tabolli, "ampliando notevolmente l'area dello scavo, è emerso che si tratta di un tempio nato intorno ad una sorgente. Al momento in cui il tempio fu abbandonato, agli inizi del V secolo dopo Cristo, una delle statue di culto venne spezzata. È un Apollo di un tipo che conosciamo molto bene, una copia romana di una statua greca attribuita a Prassitele. Si tratta di un Apollo che caccia una lucertola".

Il dato rilevante, ha messo in evidenza l'archeologo, consiste nel fatto che "il dio trova posto in un santuario termale. Nella vasca sacra abbiamo trovato anche delle lucertole in bronzo che vengono offerte molto probabilmente per tutelare, benedire e invocare la protezione degli occhi. Questo perché, nell'antichità, secondo le fonti, le lucertole venivano usate per cure oftalmiche". L'altro "importantissimo elemento che abbiamo rinvenuto - ha detto Tabolli - è un gigantesco donario in travertino con un'iscrizione bilingue, sia in etrusco sia in latino. Questo ci dice che, presso il santuario, ancora in età augustea, si parlava e si scriveva in etrusco e lo si faceva in modo pubblico".

(di Paolo Martini e Carlo Roma)

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