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"Silvio Berlusconi e la città ideale": nel volume di Giro il "miracolo politico" del Cavaliere

Volume edito da Gangemi Editore con l'introduzione di Antonio Tajani

Francesco Giro e la copertina del suo libro - (Foto da Facebook)
Francesco Giro e la copertina del suo libro - (Foto da Facebook)
03 ottobre 2024 | 18.03
LETTURA: 3 minuti

'Silvio Berlusconi e la città ideale' è il titolo del libro di Francesco Giro, edito da Gangemi Editore, in cui l’autore ha spiegato “attraverso un’interpretazione culturale dell’agire politico di Berlusconi, che seppe vivere in modo radicale la contemporaneità, legandosi in modo sorprendente a ciò che di nuovo e di rivoluzionario emergeva negli anni della propria formazione personale”. Un saggio che vuole mettere in evidenza come “il miracolo politico di Berlusconi – spiega l’autore – non nacque per caso ma dalle esperienze vissute, di un uomo che guardava al mondo della vita e della cultura con curiosa e ostinata intensità”. Francesco Giro, dal 2000 al 2005 consigliere regionale del Lazio nel gruppo Forza Italia, nel 2006 viene nominato da Silvio Berlusconi coordinatore regionale del Lazio e commissario di Forza Italia per Roma, successivamente in Parlamento e sottosegretario ai Beni Culturali, affida ad Antonio Tajani, attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale nel governo Meloni e segretario nazionale di Forza Italia il ricordo di Silvio Berlusconi.

“Eccomi qui! Oggi per voi ho indossato la camicia e la giacca”, è la frase che Tajani ripropone nell'introduzione al libro. Sono le parole che Silvio Berlusconi pronunciò dall’ospedale San Raffaele per salutare i partecipanti alla Convention di Milano e alla vigilia delle Elezioni regionali. “Parole semplicissime, quasi sorprendenti – spiega Tajani - per un leader di quella grandezza, ma che esprimono tutta la sua straordinaria generosità e il profondo rispetto che aveva per le persone che lo ascoltavano. Ha voluto indossare per noi tutti, e fino alla fine, l’abito giusto, perché amava popolo e non voleva deluderlo mai”.

“Quella di Berlusconi – continua Tajani – è stata una grande sfida, nata da lontano, quando fin da giovane imprenditore dimostrò interesse per lo sviluppo delle nostre città e per la tutela del nostro paesaggio urbano, per l’innovazione della comunicazione radiotelevisiva e del mondo del giornalismo e dell’editoria, per il rilancio in grande dello sport, della cultura e dello spettacolo, nel cinema, nel teatro e nella prima televisione commerciale, fino ad approdare al mondo della politica, per realizzare un grande progetto di cambiamento del quale oggi persino i suoi avversari riconoscono la presenza e l’efficacia”.

Il libro si compone di sei capitoli. Il primo è dedicato al tema della libertà per analizzare nel successivo, in modo più specifico, il pensiero di Silvio Berlusconi sul tema della libertà e la sua rivoluzione liberale, prendendo in esame soprattutto due discorsi pronunciati negli anni ’90, dove il fondatore di Forza Italia illustra la missione di un grande partito popolare e i cardini della riforma costituzionale di uno Stato che aspiri ad essere libero e moderno. Il terzo capitolo affronta il tema della rappresentazione politica dei cattolici in Italia mentre nel quarto Giro analizza il tema dell’Umanesimo e del Rinascimento, due momenti che – spiega – in Berlusconi esercitarono un’influenza decisiva. Ma è nel quinto capitolo che Giro mette in evidenza un Berlusconi riformatore, alla ricerca di un nuovo linguaggio, che visse intensamente il suo tempo, “congeniale a interpretare la realtà e nello stesso tempo a trasformarla”.

Il libro si chiude con il capitolo dedicato a quello che Giro definisce “il grande merito del Berlusconi politico. Finalmente – spiega – con Berlusconi e con Forza Italia, la sua creatura politica, si poneva fine alla rivoluzione di controllo e di direzione culturale teorizzata da Gramsci”. Un libro attraverso il quale Francesco Giro vuole far “comprendere che il miracolo politico di Berlusconi non nacque per caso ma dalle esperienze vissute, di un uomo che guardava al mondo della vita e della cultura con curiosa e ostinata intensità”.

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