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Dazi sulle auto elettriche cinesi, l'Ue si spacca sul voto. Urso: "Contrari a 'guerra commerciale'"

Dieci hanno votato a favore, tra cui l'Italia, 12 astenuti e 5 contrari: la palla è passata alla Commissione

Auto elettriche nella città cinese di  Lianyungang  - Agenzia Fotogramma
Auto elettriche nella città cinese di Lianyungang - Agenzia Fotogramma
04 ottobre 2024 | 12.32
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L'Unione Europea si è spaccata sull'introduzione di dazi compensativi definitivi nei confronti di alcuni produttori di auto elettriche assemblate in Cina e ora la Commissione Europea può procedere autonomamente con il regolamento in merito.

Il voto di oggi

Nel comitato Tdi (Trade Defence Instruments) riunitosi stamani, a quanto si apprende a Bruxelles, non è stata raggiunta una maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta della Commissione: 10 Stati membri, tra cui l'Italia, hanno votato a favore, 5 hanno votato contro, Germania compresa, e ben 12 si sono astenuti.

In questo caso, la palla passa alla Commissione che, secondo la procedura della comitatologia (l'insieme di procedure che la Commissione segue per attuare il diritto Ue), può comunque procedere e applicare il regolamento, che di fatto è approvato. L'ex presidente della Bce Mario Draghi ha notato lunedì scorso come l'Ue non abbia una strategia industriale comune, che invece è necessaria, se si vuole attuare la transizione verde. Oggi, su un tema sensibilissimo come i dazi alle auto elettriche importate dalla Cina, i 27 si sono spaccati in tre. Draghi ha ammonito che, in mancanza di una strategia industriale comune, l'alternativa è 27 strategie industriali diverse e scoordinate. L'esito del voto di oggi appare confermare l'esattezza dell'analisi dell'ex premier.

Lucas Guttenberg, senior advisor della Bertelsmann Stiftung di Guetersloh, in Vestfalia, critica la decisione della Germania via social: "Quando ci si trova dalla stessa parte dell'Ungheria su una questione di politica commerciale, ma i Paesi Bassi, la Danimarca e l'Irlanda hanno votato in maniera opposta, bisognerebbe porsi delle domande, in qualità di autoproclamati difensori del libero scambio".

Anche l'Ungheria, come la Germania, ha votato contro i dazi. Il voto non stupisce, visti gli ottimi rapporti che Budapest intrattiene con Pechino: il Paese danubiano riceve quasi la metà degli investimenti diretti esteri cinesi in Europa, più degli investimenti cinesi nel Regno Unito, Francia e Germania messi insieme, come hanno notato su The Hill Elaine Dezenski e Niko Stavropoulos della Foundation for Defense of Democracies. A Debrecen, in Ungheria, il colosso cinese delle batterie Catl ha realizzato l'investimento estero più grande della sua storia, per 9,7 mld di dollari.

Il ministro Urso: "Auspichiamo che il negoziato riprenda"

"L'Italia si è espressa in linea con le analisi tecniche della Commissione tese a ripristinare condizioni di equità commerciale. Auspichiamo che il negoziato riprenda sia in bilaterale sia in sede di Wto per giungere, come sempre sostenuto, ad una soluzione condivisa nel pieno rispetto delle regole internazionali", così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dopo il voto dei Paesi Ue sulla proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina.

"Noi siamo contrari a ogni ipotesi di 'guerra commerciale' - continua Urso - e lavoreremo insieme per evitarla. Occorre preservare la partnership industriale e commerciale con la Cina con cui vogliamo continuare a lavorare in una logica win-win basata sul principio della reciprocità anche ai fini della stabilità economica globale".

Ora cosa succede

La portavoce della Commissione Europea al Commercio, Olof Gill, ha dichiarato che la Commissione "resta aperta a trovare una soluzione" con la Repubblica Popolare Cinese in merito ai dazi sui veicoli elettrici importati nell'Ue. Il voto nel comitato Tdi, ha detto Gill durante il briefing con la stampa a Bruxelles, "si è tenuto e noi lavoriamo duramente per trovare una soluzione".

Con il voto di oggi, la Commissione può procedere autonomamente con il regolamento relativo ai dazi, che deve essere pubblicato entro il 30 ottobre (resta qualche settimana per eventuali negoziati). Le misure proposte "sono pienamente in regola con le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio", osserva il portavoce capo Eric Mamer, pertanto "non c'è alcuna rappresaglia giustificata per qualcosa che è perfettamente in linea con le regole della Wto".

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