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Lettere fisco a partite Iva, Leo: "Nessuna minaccia"

Il viceministro dell'Economia respinge le polemiche: "Si tratta di corretta informazione volta a evitare accertamenti"

Agenzia Entrate (Fotogramma)
Agenzia Entrate (Fotogramma)
06 dicembre 2024 | 13.54
LETTURA: 1 minuti

E' polemica per l'invio di lettere a 700mila partite Iva che hanno dichiarato redditi apparentemente bassi, invitandole ad aderire al concordato che si chiude il 12 dicembre.

Il contenuto delle lettere

"Da parte mia e del Governo non c'è nessuna intenzione di vessare, minacciare o intimorire nessuno" dice il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. "L'obiettivo della riforma fiscale, a cui stiamo dando celere attuazione, va nella direzione di adottare comportamenti trasparenti dell'amministrazione finanziaria nell'ambito di un rapporto collaborativo con i contribuenti. In tal senso va l'informazione preventiva volta a evitare accertamenti".

"Anche le lettere di recente inviate dall'Agenzia delle Entrate rientrano nell'ordinaria attività di comunicazione per segnalare eventuali anomalie riscontrate nelle dichiarazioni sulla base dei dati in suo possesso", aggiunge. Leo sottolinea che "la corretta informazione è alla base del 'fisco amico'". "Noi abbiamo cambiato la logica dell'accertamento, agendo ex ante anziché ex post - conclude -. E queste lettere ne sono un esempio lampante. Si informa semplicemente il contribuente di una situazione che lo riguarda, ma deve essere assolutamente chiaro che chi ha adempiuto correttamente agli obblighi tributari non ha nulla da temere e potrà non tenere conto delle comunicazioni ricevute".

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