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L'ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, agli arresti nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura belga per sospetta corruzione volta ad influenzare i processi decisionali dell'Ue, denominata Qatargate, è stata sottoposta a trattamenti che possono essere qualificati come "tortura", degni del "Medioevo". Lo dice, al termine dell'udienza in camera di consiglio a Bruxelles, uno dei due avvocati della politica greca, Mikhalis Dimitrakopoulos. Kaili, denuncia il legale, è stata messa in isolamento per "sedici ore" in una cella di Polizia, al "freddo", senza indumenti adeguati, con la luce sempre accesa, e non ha "potuto dormire". Non solo. Era "indisposta", con un "sanguinamento abbondante", e "non ha potuto lavarsi". Sono atti da "Medioevo", contrari alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, conclude Dimitrakopoulos, ricordando che Kaili è accusata, non condannata, e che esiste ancora la "presunzione di innocenza".
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