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Ucraina, von der Leyen: "Cina lavori per pace giusta"

30 marzo 2023 | 12.11
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La presidente della Commissione Ue in vista del viaggio a Pechino: "Nostra relazione intricata, determinante per nostro futuro""

Afp
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'No a piani che consolidino annessioni russe'. La Cina, che è un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha la "responsabilità" di lavorare perché in Ucraina si arrivi ad una pace "giusta", che non significa "consolidare le annessioni" di territori ucraini effettuate dalla Russia. Lo sottolinea la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in un discorso al think tank Epc di Bruxelles, in vista del viaggio che la porterà in Cina la settimana prossima, insieme al presidente francese Emmanuel Macron.

"Come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - dice la presidente - la Cina ha la responsabilità di salvaguardare i principi e i valori che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite. E la Cina ha la responsabilità di svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere una pace giusta. Ma quella pace - avverte - può essere giusta solo se si basa sul mantenimento della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina".

"L'Ucraina - prosegue - definirà le condizioni di una pace giusta, che richiede il ritiro delle truppe degli invasori. Qualsiasi piano di pace che consolidi le annessioni russe semplicemente non è un piano fattibile. Dobbiamo essere franchi su questo punto. Il modo in cui la Cina continua a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle relazioni Ue-Cina", sottolinea von der Leyen.

Il presidente cinese Xi Jinping vede la "debolezza" di Vladimir Putin come un'occasione per "aumentare" la presa della Cina sulla Russia, in un equilibrio di potere che si è "invertito" rispetto al XX secolo, afferma ancora von der Leyen. L'indurimento "molto deliberato" della posizione strategica della Cina, nota, "è stato accompagnato da un aumento di azioni sempre più assertive". Questo "ci è stato ricordato a Mosca, durante la visita di Stato del presidente Xi. Lungi dall'essere scoraggiato dall'atroce e illegale invasione dell'Ucraina, il presidente Xi mantiene la sua 'amicizia senza limiti' con la Russia di Vladimir Putin. Ma c'è stato un cambio di dinamica nel rapporto tra Cina e Russia".

"È chiaro dalla visita - prosegue von der Leyen - che la Cina vede la debolezza di Vladimir Putin come un modo per aumentare la sua influenza sulla Russia. Ed è chiaro che l'equilibrio di potere in quel rapporto, che per gran parte del secolo scorso ha favorito la Russia, si è ora invertito. Molto significative sono state le parole di commiato del presidente Xi a Putin sui gradini fuori dal Cremlino, quando ha detto: 'In questo momento ci sono cambiamenti che non si vedevano da 100 anni. E noi siamo coloro che guidano questi cambiamenti insieme'".

Il rapporto tra l'Ue e la Cina "è uno dei più intricati e importanti al mondo. E il modo in cui lo gestiamo sarà determinante per la nostra futura prosperità economica e per la sicurezza nazionale", ha poi sottolineato in vista del viaggio a Pechino. "In meno di 50 anni - nota la presidente - la Cina è passata dalla povertà diffusa e dall'isolamento economico ad essere la seconda economia più grande del mondo, leader in molte tecnologie d'avanguardia. Dal 1978, la crescita della Cina è stata in media superiore al 9% all'anno e oltre 800 milioni di persone sono uscite dalla povertà. Questo è uno dei più grandi successi dell'ultimo mezzo secolo" di storia, sottolinea.

Il raggio d'azione della Cina "si estende a tutti i continenti e alle istituzioni globali, e le sue ambizioni sono maggiori. Attraverso la Belt and Road Initiative, è il più grande finanziatore dei Paesi in via di sviluppo. E il suo potere economico, industriale e militare" impedisce di ritenere che "la Cina stessa sia ancora un Paese in via di sviluppo", ha aggiunto la presidente della Commissione Ue.

"Lo abbiamo sentito lo scorso ottobre - continua von der Leyen- quando il presidente Xi Jinping ha detto al Congresso del Partito Comunista che entro il 2049 vuole che la Cina diventi un leader mondiale in 'forza nazionale e influenza internazionale'. O per dirla in termini più semplici: essenzialmente, vuole che la Cina diventi la nazione più potente del mondo. Date le sue dimensioni e l'influenza globale, è positivo che l'economia cinese abbia finalmente riaperto dopo il Covid-19. Ed è positivo che i nostri cittadini, le nostre imprese e i nostri diplomatici possano avere di nuovo scambi. Perché la comprensione reciproca inizia parlandosi", continua.

L'Ue sottolinea quindi "l'importanza della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan. Qualsiasi indebolimento della stabilità regionale in Asia, la regione in più rapida crescita al mondo, incide sulla sicurezza globale, sul libero flusso degli scambi e sui nostri interessi nella regione". . La Cina, nota, "ha assunto una posizione più assertiva nei confronti del proprio vicinato. L'esibizione di forza militare nel Mar Cinese Meridionale e nel Mar Cinese Orientale, e al confine con l'India, colpisce direttamente i nostri partner e i loro interessi", rimarca.

Le "gravi violazioni dei diritti umani" che si verificano "nello Xinjiang sono motivo di grande preoccupazione, come indicato nel recente rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani", ha detto ancora von der Leyen, aggiungendo: "Il modo in cui la Cina rispetta gli obblighi internazionali in materia di diritti umani sarà un altro banco di prova di come, e quanto, possiamo cooperare con la Cina", continua la presidente.

La Cina, oltre ad essere maggiormente assertiva sul piano militare, ha anche "intensificato le sue politiche di disinformazione e coercizione economica e commerciale. E' una politica deliberata, che prende di mira altri Paesi per garantire che si adeguino", sottolinea quindi von der Leyen nel discorso. "Lo abbiamo visto - prosegue la presidente - quando Pechino ha risposto all'apertura di un ufficio di Taiwan a Vilnius adottando misure di ritorsione contro la Lituania e altre società europee. Lo abbiamo visto con i boicottaggi contro marchi di abbigliamento, che avevano parlato di diritti umani, o con sanzioni contro deputati, funzionari e istituzioni accademiche, per la loro prese di posizione sugli atti della Cina".

"Vediamo che gli Stati membri - continua - devono sempre più fare i conti con attività cinesi nelle loro società che non sono tollerabili. E lo abbiamo visto nella regione, per esempio quando la Cina ha limitato molto le esportazioni australiane di orzo e vino, a causa delle domande del suo governo sulle origini del Covid-19. Tutto questo fa parte di un uso deliberato delle dipendenze e della leva economica, per garantire che la Cina ottenga ciò che vuole dai Paesi più piccoli".

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