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Di Cesare, bufera per post su Balzerani: "E' stato frainteso". Rettrice La Sapienza: "Sconcertata"

A nome di tutta la Comunità accademica, Polimeni ricorda "l'altissimo tributo di sangue pagato dall'Università Sapienza nella stagione del terrorismo". La docente: "Non ho mai condiviso i metodi violenti"

Antonella Polimeni e Donatella Di Cesare (Fotogramma)
Antonella Polimeni e Donatella Di Cesare (Fotogramma)
05 marzo 2024 | 13.32
LETTURA: 4 minuti

La rettrice della Sapienza Antonella Polimeni esprime ''sconcerto'' per quanto dichiarato sui social media dalla professoressa Donatella Di Cesare in merito alla scomparsa di Barbara Balzerani. A nome di tutta la Comunità accademica, ricorda ''l’altissimo tributo di sangue pagato dall'Università Sapienza nella stagione del terrorismo, conferma la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione".

Cosa ha detto Di Cesare all'Adnkronos

"Ho pubblicato questo post subito dopo aver saputo della morte della Balzerani, questa bufera che si è sollevata mi ha sconcertato", dice all'Adnkronos Donatella Di Cesare. "Non ho mai condiviso i metodi violenti, tutto quello che ho fatto o scritto, e il mio stesso insegnamento, dimostrano la mia più assoluta lontananza. Ritengo sia importante, sempre, il confronto aperto, democratico: nulla si risolve con la violenza".

Nel post "ho ricordato quella trasformazione radicale che molti di noi volevano negli anni '70, un mondo diverso senza ingiustizie e senza guerre". Del resto, "ho molta difficoltà a stigmatizzare gli anni '70 come anni di piombo perché c'è stato in Italia molto altro - continua - Ma nulla si risolve con le armi e con la violenza e l'ho detto più volte, anche intervenendo contro la guerra. Ho ricordato quel cambiamento che molti volevano, semplicemente questo. Se lo ho poi cancellato è perché ho visto che non solo veniva frainteso ma veniva anche utilizzato per scatenare una polemica: mi inquieta se ci sono esponenti politici o di partiti che vanno in cerca di pretesti per colpire alcune persone in particolare o quelli che la pensano diversamente".

A chi contesta la mancata distanza dai metodi usati dalla Balzerani e dagli altri brigatisti in nome di quella agognata trasformazione radicale, Di Cesare risponde: "Ho usato la parola 'vie', sinonimo di metodi", proprio per questo motivo.

Le reazioni della politica e della cultura

Ieri la dura reazione del deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, che ha postato lo screenshot del post di Donatella Di Cesare per la morte di Balzerani, in cui si legge: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna".

"Ma davvero @DiDonadice ha fatto questo Post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le BR rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l'omicidio di Lando Conti? Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla Sapienza", ha scritto Donzelli su X.

Per Massimo Cacciari, quello di Di Cesare è un post di speranze rivoluzionarie fallite, più che di nostalgia per una "compagna" andata via. "Conoscendo Donatella Di Cesare e conoscendo la sua storia, che non ha nulla a che vedere con le Br, voleva semplicemente dire che siamo nati tutti negli anni '60 con la speranza di una trasformazione radicale di questo mondo finito in merda - spiega Cacciari all'Adnkronos - La sua è stata più una nota di malinconia per la mancata trasformazione che sognavamo tutti, per il cambiamento che non c'è stato. E' chiara la sciagura che hanno rappresentato le Brigate Rosse, la Di Cesare che è più giovane di me non ha vissuto gli anni di piombo, né la sciagura che hanno rappresentato i brigatisti per noi e per le nostre speranze, per una idea di riforma di questo Paese; sono stati loro insieme alla P2 col delitto Moro a bloccare la trasformazione del nostro Paese. Uno che come me ha vissuto tutto questo può capirlo, un altro nato dopo può parlare di speranze rivoluzionarie".

Per l’assessora al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all’Università della Regione Lazio, Luisa Regimenti, "il fatto che una professoressa dell’Università La Sapienza, Donatella Di Cesare, inneggi agli ideali perseguiti dalla brigatista Barbara Balzerani, recentemente scomparsa, è qualcosa di estremamente grave. La Sapienza è l’Università dove insegnavano Aldo Moro, Vittorio Bachelet ed Ezio Tarantelli, vittime della tragica stagione degli anni di piombo. Bene ha fatto la Magnifica Rettrice Antonella Polimeni a prendere le distanze da simili affermazioni. I nostri giovani non hanno bisogno di cattivi maestri per i quali non dovrebbe esserci posto nell’Università italiana".

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