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Glaucoma, nuova tecnica chirurgica con strumento record: meno di 1 millimetro

Presentato alla stampa per la prima volta in Italia iStent inject W, uno dei più piccoli dispositivi medici impiantabili

Glaucoma, nuova tecnica chirurgica con strumento record: meno di 1 millimetro
28 maggio 2021 | 12.32
LETTURA: 3 minuti

È stato presentato alla stampa per la prima volta in Italia iStent inject W, uno dei più piccoli dispositivi medici impiantabili ad oggi noto, (misura 360 μm, circa un terzo di millimetro). Il dispositivo in titanio, prodotto da Glaukos, già approvato negli Usa e in Europa per la chirurgia micro invasiva del glaucoma, viene impiantato nella struttura dell’occhio deputata al deflusso dell’umor acqueo, per ripristinarne la naturale funzionalità e ridurre la pressione intraoculare in modo sicuro ed efficace.

Con un profilo di sicurezza analogo a quello della chirurgia della cataratta, l’impianto di iStent inject W rappresenta un’innovazione microinvasiva e indolore nelle terapie del glaucoma che può consentire l’interruzione o la riduzione delle terapie farmacologiche in gocce.

La revisione della letteratura proposta, tra gli altri, da Antonio Maria Fea, Mario Sbordone e Luca Cesari, e pubblicata su Clinical Ophtalmology nel 20204, evidenzia dati incoraggianti sull’utilizzo delle tecnologie MIGS – Micro Invasive Glaucoma Surgery: eliminazione/riduzione delle terapie farmacologiche, profilo di sicurezza eccellente, brevissimi tempi di recupero e procedure di impianto semplificate. Indagini osservazionali ancora più recenti2 hanno confermato l’efficacia di iStent inject® sia nel breve sia nel lungo periodo: i follow up a 4 e a 5 anni dall’impianto non rilevano alcun evento avverso in fase operatoria o risposta infiammatoria post operatoria e mostrano una riduzione stabile della pressione oculare, nella maggior parte dei casi – oltre il 90% – senza alcuna terapia e nessuna necessità di re-intervento. Acuità visiva e campo visivo si mostrano altrettanto stabili, evidenziando un profilo rischi/benefici eccellente.

“In Italia, la terapia farmacologica è ancora la terapia di prima scelta nei pazienti affetti da glaucoma: è in grado di ridurre efficacemente la pressione intraoculare ma spesso richiede l’uso di più principi attivi. L’associazione di più farmaci, oltre a non essere maneggevole specie per i pazienti più anziani, può associarsi a numerosi effetti collaterali (infiammazione oculare, prurito, disturbi della visione) che tendono a ridurre l’aderenza e quindi l’efficacia delle terapie. Alcuni studi controllati hanno dimostrato che una percentuale variabile tra il 30 ed il 70% dei pazienti non è aderente alla terapia e il 50% la abbandona dopo solo 6 mesi.” – spiega il professor Antonio Maria Fea, professore associato di Malattie dell’Apparato Visivo, presso l’Università degli Studi di Torino.

“Con alcuni colleghi nel 2020 ci siamo chiesti perché, nonostante siano entrate nella pratica clinica di molti Paesi, l’utilizzo delle soluzioni chirurgiche mininvasive per il glaucoma sia così basso in Italia e abbiamo messo a confronto la letteratura disponibile sulle terapie “non mediche” in uso. Forse potrebbe essere il momento di accogliere e riconoscere, anche in oftalmologia, quell’enorme salto tecnologico che in altre specialità – eminentemente la cardiologia, l’oncologia, la gastroenterologia – ha permesso una vera e propria “svolta” verso la mininvasività delle procedure, cogliendo un’occasione importante per dare ai nostri pazienti uno spettro di trattamenti più ampio e personalizzato e vincendo quella che a me sembra una resistenza “culturale” più che scientifica.” – aggiunge il dottor Mario Sbordone, direttore del dipartimento di Oculistica dell’Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli.

“L’effetto sulla qualità della vita dei pazienti che questa nuova generazione di dispositivi genera fa la differenza. Ogni anno circa 550mila pazienti italiani si sottopongono alla chirurgia della cataratta. Una percentuale variabile tra il 5% e il 10% di queste persone, ha o svilupperà il glaucoma. Senza aumentare il tempo operatorio e con un profilo di sicurezza sovrapponibile questi pazienti potrebbero risolvere il problema del controllo della pressione oculare con l’impianto di un device per la MIGS: guardiamo a questo gruppo per un cambiamento nella presa in carico dei pazienti con glaucoma – persone con un grado di malattia lieve o moderato potrebbero avere a disposizione un’opzione rapida, indolore e che riduce il ricorso ai farmaci.” – conclude il dottor Luca Cesari, direttore dell’Unità di Oculistica dell’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno.

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