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Mobilità sostenibile, la Commissione presenta la Dichiarazione Europea sull’uso della bici

05 gennaio 2024 | 17.48
LETTURA: 4 minuti

L’intenzione è aumentare i finanziamenti per le due ruote ad ogni livello amministrativo

Ragazzi che vanno in bici su ponte - Canva
Ragazzi che vanno in bici su ponte - Canva

Lo scorso ottobre la Commissione europea ha presentato la proposta di Dichiarazione Europea sull’uso della bicicletta, su iniziativa della commissaria europea per i trasporti Adina Valean.

Si tratta della più ambiziosa mossa della Commissione per promuovere le due ruote senza motore, presentate come uno dei mezzi di trasporto più sostenibili, accessibili e inclusivi.

La dichiarazione, pur non essendo vincolante dal punto di vista legale, funge da bussola strategica per le politiche e le iniziative esistenti e future con i suoi 36 principi per potenziare il ciclismo, organizzati attorno a 8 linee-guida chiave:

- Sviluppare e rafforzare le politiche sul ciclismo;

- incoraggiare la mobilità inclusiva e accessibile;

- creare più e migliori infrastrutture per il ciclismo;

- aumentare gli investimenti e creare condizioni favorevoli per il ciclismo;

- migliorare la sicurezza stradale;

- sostenere l’occupazione verde e lo sviluppo di un’industria ciclistica europea di livello mondiale;

- sostenere la multimodalità e il turismo ciclistico;

- migliorare la raccolta dati sul ciclismo, ancora disomogenea nell’Unione

Il testo della Commissione prevede ampio spazio per la promozione del ciclismo verso le persone diversamente abili, anziane e i bambini, sottolineando i benefici salutari e sociali della bicicletta, mezzo di trasporto che abbatte le barriere economiche.

La dichiarazione è parte degli sforzi più ampi dell’Ue in materia di sicurezza stradale ed è in linea con gli obiettivi della Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, del Nuovo quadro di mobilità urbana dell’Ue e della strategia industriale europea oltre che, evidentemente, del Green Deal europeo.

Considerazioni sullo stato attuale

La Commissione sottolinea come il trasporto sia un aspetto cruciale per lo sviluppo degli individui e della società, ma sia ancora una grande fonte di inquinamento ambientale e acustico. “La congestione – si legge nel documento – rappresenta ancora una seria sfida all’efficienza dei sistemi di trasporto e riduce la vivibilità delle aree interessate, con costi considerevoli per la società e l’economia”.

Alla luce di questo, spiega l’organismo, le forme sostenibili di trasporto diventano cruciali per raggiungere gli obiettivi dell’Ue in termini di clima, zero inquinamento ed efficienza energetica. Tra queste, il ciclismo è una delle opzioni più sostenibili, salutari ed efficienti, con un notevole potenziale per sostenere la decarbonizzazione del trasporto urbano e raggiungere l’obiettivo dell’Unione di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990 e la neutralità climatica entro il 2050.

Diversi tipi di “biciclette”

Quando si parla di ciclismo, si pensa solo alla classica bicicletta, mentre la Commissione invita a valorizzare i diversi tipi di mezzi a pedali presenti sul mercato tra cui le cargo bike, le biciclette per persone con disabilità, i tricicli, le biciclette reclinabili che permettono di muoversi agevolmente tra bici e mezzi pubblici, i velomobili, i tandem e le e-bike.

Lo spostamento sulle due ruote sta giocando un ruolo sempre più importante nel trasporto urbano di merci, in particolare nelle consegne di pacchi e nello shopping, grazie a cargo bike e simili e la Commissione si auspica che le politiche ciclistiche riflettano questa diversità.

Il ruolo assegnato alla mobilità sulle due ruote, cruciale per la realizzazione delle smart cities, passa soprattutto dalle istituzioni. La Commissione suggerisce quindi di inserire le misure a sostegno del ciclismo sotto la colonna della decarbonizzazione nei Piani nazionali sull’energia e il clima e di considerarle adeguatamente nei piani della missione Horizon Europe su città al 100% climaticamente neutrali e intelligenti entro il 2030.

I firmatari della Dichiarazione Europea sull’uso della bicicletta consigliano inoltre di sostenere la mobilità sociale con finanziamenti a livello locale, nazionale ed europeo, in modo da incentivare più persone a pedalare. Un adeguato livello di investimento, specifica l’ente, è indispensabile anche per migliorare la sicurezza stradale, che rappresenta uno dei più grandi ostacoli alla diffusione di massa degli spostamenti in bici.

Lo sviluppo di standard per le piste ciclabili e la riduzione dei limiti di velocità urbani aumenterebbero la sicurezza per chi va in bici che, nelle intenzioni della Commissione, deve partire con l’educazione stradale dei più piccoli tra i banchi di scuola.

Bici ed economia

Promuovere la bici è una scelta di sostenibilità sociale ed ambientale, ma non solo. L’industria ciclistica europea, infatti, è leader a livello mondiale, e rappresenta un settore in crescita dell’economia comunitaria con oltre mille Pmi attive e 1 milione di posti di lavoro offerti nel settore.

Inoltre, il ciclismo è un elemento chiave del turismo sostenibile e contribuisce alla connettività tra aree rurali e urbane, specialmente in combinazione con treni, autobus e altri mezzi, creando servizi di mobilità multimodale. Questa situazione porta benefici tangibili all’economia locale, in particolare all’economia di prossimità e alle piccole e medie imprese.

Riflessioni conclusive

Secondo un’indagine Ipsos, l’81% degli italiani approva l’uso della bicicletta, riconoscendo il suo ruolo per la salute dell’ambiente. In realtà, oltre all’aspetto, ben noto, vi è la questione dell’inquinamento acustico, ampiamente sottovalutata dalle istituzioni e dall’opinione pubblica ma che causa disturbi al 44% della popolazione dell’Ue e costa 326 miliardi alla sanità comunitaria.

La promozione e l’attuazione dei principi inclusi nella Dichiarazione Europea sull’uso della bicicletta “costituiscono un impegno politico dell’Unione che è responsabile dell’attuazione di questa Dichiarazione in cooperazione con i suoi Stati membri, in conformità con le rispettive competenze e nel pieno rispetto del diritto comunitario”, scrivono i commissari auspicando passi avanti nel dialogo con Parlamento e Consiglio Ue.

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