
Per la prima cittadina che si è dimessa, il gip rigetta la richiesta dei domiciliari: "Non ci sono più le esigenze cautelari"
Nuova svolta nell'inchiesta per corruzione a Prato che ha terremotato la vita politica cittadina con conseguenze nello scenario politico regionale: questa mattina i carabinieri del Ros di Firenze hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore pratese Riccardo Matteini Bresci in qualità di corruttore dell'ex sindaca Ilaria Bugetti (Pd), dimessasi venerdì 20 giugno dalla guida del Comune. Niente arresti domiciliari, invece, per Bugetti, proprio in conseguenza delle sue dimissioni, che resta indagata per corruzione a piede libero.
Il gip del Tribunale di Firenze, Angelo Moneti, nel provvedimento con cui ha disposto la misura cautelare, ha riconosciuto la sussistenza di "gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione" a carico sia di Riccardo Matteini Bresci che di Ilaria Bugetti. Secondo il giudice, tutti gli episodi contestati dalla Procura di Firenze, che ha condotto le indagini, risultano confermati: la sindaca dimissionaria Prato si sarebbe "uniformata alle richieste dell'imprenditore sulla base di un rapporto personale fondato su amicizia e gratitudine, sviluppatosi nel tempo per via dei benefici ricevuti negli anni".
Tuttavia, la misura cautelare è stata applicata solo nei confronti dell'imprenditore, per il quale la Procura fiorentina diretta da Filippo Spiezia aveva chiesto l'arresto in carcere. Il gip ha ritenuto esistere nei suoi confronti "il pericolo di reiterazione del reato", sottolineando come Riccardo Matteini Bresci mostri "una tendenza ad utilizzare persone in cariche pubbliche per ottenere vantaggi personali, piegando ai propri interessi la loro funzione istituzionale".
Diversa la posizione dell'ex sindaca. La richiesta di misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dalla Procura nei confronti di Ilaria Bugetti è stata rigettata dal gip. La decisione non è legata all'assenza di indizi: anche per lei, infatti, il giudice ha riconosciuto la presenza dei "gravi elementi" a carico. Tuttavia, con le dimissioni dalla carica di primo cittadino, sono venute meno le esigenze cautelari.
Sebbene le dimissioni diventeranno irrevocabili solo dopo i venti giorni previsti dall'art. 53, comma 3 del D.lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (Testo Unico degli Enti Locali), secondo il gip "non si può dubitare della loro serietà". Le dimissioni, a giudizio del giudice, "eliminano il pericolo di reiterazione del reato", che sarebbe stato invece immanente nel caso in cui Bugetti avesse mantenuto la sua carica pubblica, avendo - come si legge nel provvedimento - "adottato per anni un comportamento penalmente rilevante".