Domenica 04 Maggio 2025
Aggiornato: 16:37
10 ultim'ora clock BREAKING NEWS

Il ministro Giuli inaugura la mostra 'Mondo Futurista'

Il Castello di Desenzano ospita un'esposizione che ripercorre l'energia ribelle del Futurismo e il suo impatto sulla cultura visiva moderna

(ufficio stampa mostra)
(ufficio stampa mostra)
04 maggio 2025 | 15.28
LETTURA: 4 minuti

"Il Futurismo è l'anima dell'Italia: il mondo o è futurista o non è. E' molto semplice il messaggio ed è molto potente". Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, parlando oggi con i giornalisti al Castello di Desenzano del Garda (Brescia) all'inaugurazione della mostra "Mondo Futurista", curata da Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, e dallo storico dell'arte Matteo Vanzan, aperta fino al 26 ottobre. "Desenzano è il cuore pulsante di una mostra che irradia bellezza, dinamicità e grande visione del futuro in un posto di grande importanza storica", ha aggiunto.

Alla base della mostra c'è un'idea chiara, ha spiegato Guerri: presentare il Futurismo come qualcosa di più di una corrente artistica, come un "mondo", appunto, fatto di estetiche, tensioni ideologiche e slanci utopici. Il titolo, "Mondo Futurista", è un omaggio a "Universo Futurista", scritto da Giacomo Balla nel 1918, ma anche un invito a esplorare un immaginario che ha attraversato le arti visive, la musica, il teatro, la letteratura e persino la vita quotidiana. In mostra, circa 50 opere, tra dipinti, disegni, tecniche miste, sculture e manifesti storici, tracciano una linea che va dal 1901 al 1943.

"Oggi l'arte contemporanea è un'arte solitaria e a volte anche solipsistica di grandi, eccelsi interpreti, maschili e femminili. Quindi per avere un grande movimento bisogna forse risalire a Fluxus, a Joseph Beuys, ma siccome c'è stato il Futurismo potrà esserci qualcos'altro di corale e futurista anche in futuro - ha sottolineato, tra l'altro, il ministro Giuli - A proposito dei movimenti corali, la Pop Art non si spiega se non perché c'è stato il Futurismo; la Scuola di piazza del Popolo non si spiega se non perché c'è stato il Futurismo. Il Futurismo è stata una grande avanguardia; un'avanguardia che ha dialogato con il mondo, non soltanto con se stessa. Quindi il raggio d'azione del Futurismo è stato internazionale ed è per questo che tanta parte dell'arte globale dipende dal Futurismo".

Il ministro della Cultura ha ricordato il recente successo della mostra "Il tempo del Futurismo", che ha chiuso lo scorso 27 aprile con 160.307 visitatori alla Galleria Nazionale dell'Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Riprendendo i richiami storici di Guerri, Giuli ha definito il Futurismo "un momento meraviglioso per la cultura italiana intera", "in cui i dubbi, le maldicenze, gli equivoci si dissolvono di fronte alla potenza, al dinamismo della bellezza e della creatività. Il Futurismo è un tratto tipicamente italiano dal valore universale".

Il ministro ha poi precisato che "non esistono mostre minori sul Futurismo e in questo momento Desenzano è il centro, è realmente il centro di irradiazione della bellezza futurista: non è una mostra minore è una mostra eccezionale".

L'apertura della mostra di Desenzano è affidata a "Il lavacro dell'umanità" di Gaetano Previati, mentre la chiusura spetta a "Biliardo" di Renato Di Bosso. Nel mezzo, pezzi iconici come "Forme uniche della continuità nello spazio" di Umberto Boccioni, in un raro esemplare ossidato dal tempo ma ancora potente nella sua tensione plastica. Non mancano riscoperte e opere meno note, come "Maggio 1915" di Plinio Nomellini, presentato alla Biennale di Venezia nel 1920, o "Città Cosmica" di Italo Fasulo, esposta alla Biennale di Venezia nel 1942. A queste si affiancano nomi celebri del movimento: Fortunato Depero, Giacomo Balla, Benedetta Cappa Marinetti, Luigi Russolo, Tullio Crali, Marisa Mori, Giacomo Andreoni, Uberto Bonetti, e molti altri.

Accanto alle opere visive, un nucleo importante della mostra è dedicato ai testi futuristi: edizioni rare di "Mafarka il futurista" (1910) e "Zang Tumb Tumb" (1914), entrambi di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento. La loro presenza sottolinea l'aspetto teorico e performativo del Futurismo, capace di rinnovare tanto la forma quanto il contenuto dell’arte.

L'allestimento nel Castello di Desenzano - edificio del XIII secolo - aggiunge un ulteriore livello di lettura. Qui, l'urgenza del nuovo e la celebrazione della tecnologia incontrano la memoria storica e la pietra. "Il castello diventa parte attiva del percorso - ha osservato Giordano Bruno Guerri - simbolo di una tensione continua tra passato e futuro, tra stabilità e trasformazione". Secondo Matteo Vanzan, il contrasto fra contesto e contenuto è volutamente ricercato: "Il Futurismo ha esaltato la rottura, la velocità, la modernità. Metterlo in scena tra le mura di un castello è un modo per sottolineare come l’arte possa mettere in discussione le cronologie e generare cortocircuiti culturali fecondi".

Il Futurismo, ha sostenuto Guerri, ha anticipato molte delle dinamiche che caratterizzano la contemporaneità, dalla comunicazione diretta alla cultura di massa. "È stato Marinetti, molto prima della Pop Art, a pensare un’arte per tutti, fuori dai templi della cultura ufficiale. E oggi questa intuizione ci parla ancora". "Mondo Futurista" non propone dunque solo un viaggio nel tempo, ma anche uno specchio attraverso cui osservare quanto certi sogni, visioni o provocazioni del passato restino ancora sorprendentemente attuali. Un'occasione per riavvicinarsi, con occhi nuovi, a un movimento che ha inciso profondamente sul modo in cui pensiamo l'arte e il futuro stesso, ha concluso Guerri.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza