
Il saggista dialoga con Grayling e Iñiguez all'Hay Festival di Segovia: "Il Purgatorio è oggi metafora di leadership"
La società contemporanea come l'Italia del XIV secolo, epoca segnata da un perenne conflitto tra città in lotta tra loro e da una profonda frammentazione politica, ma anche da un'incredibile spinta innovativa. Questo è il tema centrale della lezione intitolata "Dante e la leadership: etica, potere e umanità" tenuta da Fabio Corsico, saggista e dirigente noto per il suo lavoro sul legame tra potere, cultura ed economia, all'Hay Festival di Segovia, in Spagna, in un dialogo con il filosofo britannico Anthony C. Grayling e Santiago Iñiguez, presidente dell'IE University.
Nel suo intervento, Corsico ha evidenziato le sorprendenti analogie tra il mondo di Dante e il nostro. Il saggista ha sottolineato come la frammentazione dell'epoca dei Comuni e delle Signorie - un vero "mosaico di Stati concorrenti" - sia un retaggio ancora riconoscibile nell'Italia di oggi con le sue persistenti divisioni, politiche e non solo. L'autore ha sottolineato come Dante abbia vissuto nel cuore di un mondo che stava inventando la finanza moderna, con Firenze città emergente come una delle capitali economiche globali, grazie a banchieri e mercanti che usavano nuovi strumenti finanziari, come la lettera di cambio e il fiorino d'oro. Un'era di straordinario dinamismo economico e culturale, ha affermato Corsico, che può essere paragonata alla nostra, in cui l'intelligenza artificiale e altre nuove tecnologie mettono in discussione la primazia della decisione umana.
Un altro parallelo sorprendente si trova nella divisione generazionale. L'epoca di Dante vide una profonda frattura tra il vecchio mondo, radicato nella filosofia e nella tradizione scolastica, e il nuovo mondo, orientato al profitto, ai nuovi strumenti finanziari e alle grandi esplorazioni (un nome su tutti: Marco Polo che va in Cina). Allo stesso modo, oggi assistiamo a un divario tra generazioni, in cui quelle più giovani hanno una competenza nativa con gli strumenti digitali, mettendo in discussione l'autorità di chi non è cresciuto con queste tecnologie.
Il saggista ha inoltre presentato il Purgatorio dantesco come una metafora senza tempo per la leadership. In questo regno, la punizione non è mai definitiva, ma educativa e correttiva, piena di speranza. Il Purgatorio simboleggia un percorso di miglioramento e un luogo in cui gli errori non sono la fine della storia, ma l'inizio dell'apprendimento.
L'intervento di Corsico ha esplorato il legame tra i sette peccati capitali e le lezioni pratiche per i leader di oggi. L'orgoglio, per esempio, è un monito contro l'arroganza e il rifiuto di riconoscere il talento altrui mentre l'invidia è una forza che può corrodere le organizzazioni ma può essere incanalata nella sana emulazione. Inoltre, viene sottolineata l'importanza della virtù civica, che deve essere al servizio del bene comune e non solo degli obiettivi privati.
La lezione finale, è la conclusione di Corsico, è che la ricchezza materiale divide, mentre quella spirituale unisce, concetto già intuito da Dante stesso. Le organizzazioni che investono nei beni cosiddetti "non rivali", come la conoscenza e la fiducia, scoprono che questi si moltiplicano quando condivisi, costruendo un successo sostenibile. L'opera di Dante, in un mondo in profonda trasformazione proprio come il nostro, rimane uno specchio del nostro tempo, offrendo una guida per navigare la tensione tra tradizione e innovazione.