
Chiudere una volta per tutte la potenziale guerra commerciale con un accordo sui dazi che possa soddisfare sia l’Europa sia gli Stati Uniti. È possibile riuscirci entro la scadenza della sospensione delle tariffe imposte da Trump, fissata al 9 luglio? Secondo quanto riportato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, la Commissione Ue sarebbe pronta ad accettare un dazio fisso del 10%, a patto che l'accordo sia definito con criteri chiari e condivisi. L'obiettivo è evitare tariffe più elevate su settori strategici come automobili, farmaceutica e componenti elettronici. Sostanzialmente, un accordo nel solco di quanto già impostato da Trump con la Cina. L’ipotesi di un accodo con un dazio unico al 10% potrebbe rappresentare una svolta difficile da immaginare solo qualche settimana fa. L’incastro tra interessi contrapposti sembra in queste ore farsi possibile. Washington non ha ancora confermato la volontà di limitare al 10% le tariffe sull’automotive del Vecchio continente. Ma se lo facesse, in cambio della rinuncia a imposizioni più severe l'Ue sarebbe disponibile a ridurre i suoi contro dazi sulle auto importate dagli Usa e a ridurre le barriere tecniche o giuridiche. Gli accordi potrebbero coprire anche il campo dell’energia, con l’offerta degli europei di vietare completamente l'acquisto di gas naturale russo, creando potenzialmente una maggiore domanda per i produttori statunitensi. Nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a margine dei lavori del G7 canadese, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha sintetizzato le sue intenzioni. "Con il presidente Trump ho ribadito l'impegno a trovare una soluzione sui dazi entro il 9 luglio, nel caso il risultato non fosse soddisfacente saremo in grado di rispondere: tutti i mezzi sono sul tavolo". Rispetto alle intenzioni e alla strategia di von der Leyen sono arrivate critiche dure dall'ex presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker in un'intervista al Financial Times. "Credo che la Commissione avrebbe fatto meglio a cercare di organizzare un incontro il prima possibile, perché era prevedibile che lui sarebbe tornato sulla questione (commerciale)". Poi, ancora più esplicito. "Non ci sarà alcun accordo senza la presenza attiva della presidente della Commissione", ha aggiunto Juncker, sottolineando che a suo tempo lui aveva incontrato Trump almeno sette volte prima di raggiungere l’intesa del 2018, che aveva portato alla sospensione dei dazi Usa su acciaio e alluminio, grazie all’impegno Ue di aumentare le importazioni di gas e soia dagli Stati Uniti. C’è da considerare il fattore tempo, tutt’altro che secondario. ''Oggi il vero problema è che il tempo le nostre imprese non ce l'hanno''. ''Noi lo stiamo dicendo da un po', serve fare veramente presto, serve che l'Europa unita attivi questo negoziato'', ha ricordato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo sabato al convegno dei giovani industriali. In questa ottica, arrivare a un accordo che limiti di danni con i dazi al 10% sarebbe un significativo passo in avanti.