Difesa, il vertice della Nato: sale al 5% l’impegno di spesa entro il 2035

25 giugno 2025 | 15.26
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Era molto atteso il vertice Nato del 24 e 25 giugno a L’Aja, nei Paesi Bassi, presieduto dal segretario generale Mark Rutte, alla presenza di tutti i 32 capi di governo che ne fanno parte. L’appuntamento ha girato intorno alla richiesta reiterata e decisa del presidente americano Donald Trump perché i Paesi membri alzino radicalmente il loro livello di spesa per la difesa e la sicurezza. L’Italia è arrivata con un approccio molto cauto, considerate anche le diverse sensibilità espresse sul tema sia all’interno della maggioranza sia all’interno dell’opposizione. L'Italia, aveva sintetizzato il ministro della Difesa Guido Crosetto al question time del Senato, "ha una delle posizioni più conservative" sull'aumento della spesa Nato perché, ha puntualizzato, "non vogliamo che gli investimenti nella difesa possano ridurre quelli sulla sanità e sul sociale". Il ministro era stato piuttosto chiaro. È impossibile per l'Italia raggiungere il 5% del Pil” e sarà "difficile" anche raggiungere il 3,5% del Pil "se non con una tempistica" compatibile con le risorse disponibili e quelle da reperire: "abbiamo parlato del 2035 in modo da prendere un impegno e non uscire dall'Alleanza atlantica ma lasciando la possibilità per le future evoluzioni politiche di decidere se investire o disinvestire". Alla fine, però, l’Italia come tutti gli altri paesi membri della Nato, Spagna inclusa, hanno firmato l’impegno chiesto. "Gli alleati si impegnano a investire il 5% del Pil annuo nelle esigenze fondamentali di difesa e nelle spese relative alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, al fine di garantire gli obblighi individuali e collettivi, in conformità con l'articolo 3 del Trattato di Washington", ha sintetizzato la dichiarazione finale del summit. "Abbiamo un piano concreto che prevede che tutti gli alleati destinino il 5% del Pil alla difesa. Questa decisione è profondamente radicata nella nostra missione fondamentale ed è necessaria per finanziare i nostri piani di difesa e la nostra preparazione. E garantirà che tutti contribuiscano in modo equo alla nostra sicurezza", ha commentato Rutte. Sul piano interno Giorgia Meloni potrà però rivendicare i risultati ottenuti in termini di flessibilità: l’impegno di arrivare al 5% prevede un incremento di spesa graduale con un incremento dello 0,15% (3,2 miliardi) ogni anno da qui al 2035. In totale, sono 32 miliardi di euro che andranno trovati senza compromettere altre poste di bilancio fondamentali. La stessa dichiarazione finale conferma l’impegno per la difesa di ogni singolo membro: “Noi, capi di Stato e di governo dell'Alleanza Atlantica, ci siamo riuniti all'Aia per riaffermare il nostro impegno nei confronti della Nato, l'Alleanza più forte della storia, e del legame transatlantico. Riaffermiamo il nostro ferreo impegno per la difesa collettiva, come sancito dall'Articolo 5 del Trattato di Washington: un attacco a uno è un attacco a tutti. Restiamo uniti e risoluti nella nostra determinazione a proteggere il nostro miliardo di cittadini, difendere l'Alleanza e salvaguardare la nostra libertà e democrazia".

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