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Dazi, Mastromauro (Pastai Unionfood): "Incertezza globale e preoccupa calo domanda di pasta"

La presidente del settore Pasta di Unione Italiana Food, intervistata dall’Adnkronos, in vista dei possibili dazi americani sull’agroalimentare e quindi anche sulla pasta italiana.

Il presidente dei pastai di Unionfood Margherita Mastromauro - (foto us)
Il presidente dei pastai di Unionfood Margherita Mastromauro - (foto us)
07 giugno 2025 | 18.07
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"Questo clima di incertezza globale legata alla politica trumpiana dei dazi sta creando un clima sicuramente di attesa e anche un po' di sfiducia, c'è prudenza sui mercati. Preoccupa inoltre, il calo della domanda sia interna che internazionale di pasta, in particolare stiamo vedendo in questi primi mesi del 2025 che l’export registra un più zero virgola rispetto all’anno scorso ed è un segnale che ci preoccupa. Ed è un vero disastro". Ad affermarlo è Margherita Mastromauro, presidente del settore Pasta di Unione Italiana Food, intervistata dall’Adnkronos, in vista dei possibili dazi americani sull’agroalimentare e quindi anche sulla pasta italiana.

"Abbiamo registrato un'inversione di tendenza sull'export che evidentemente è il segno principale della politica trumpiana. Bisogna stare molto attenti e capire questa politica americana dove va a parare, che impatto ha sull'economia globale e sull'economia del nostro Paese" osserva Mastromauro.

Le quotazioni del grano duro sono in calo del 10,7% nei primi mesi del 2025 rispetto all’anno scorso secondo gli ultimi dati di Bmti: "sono un po' sotto la media dell'ultimo quinquennio, però non è un dato allarmante perché sono quotazioni in attesa della nuova campagna, quindi temporanee perché bisogna capire se questi dati saranno confermati a consuntivo" sostiene Margherita Mastromauro

Probabilmente il costo del grano rimarrà su quei livelli, più bassi rispetto all'anno scorso "perché l'andamento climatico è stato positivo, sia in Italia che in Europa e quindi - spiega Mastromauro - il raccolto in Italia dovrebbe essere di un + 12,5% con rese eccellenti e a livello comunitario di un + 7,4% per un totale a livello Ue di circa 8 milioni di tonnellate. Si prevede anche un incremento in Nord Africa".

In sostanza, per la presidente dei pastai di Unione Italiana Food "c'è una previsione di stock di grano che se pure ancora inferiore alla media quinquennale resta superiore rispetto a quella dell'anno precedente". Non ultimo c'è "il tema del grano canadese e americano entrambi legati a livello di quotazioni - ha aggiunto - sia all'andamento del dollaro e sia all'eventuale introduzione di dazi".

Quanto ai costi produzione Margherita Mastromauro che è anche presidentessa di Pasta Riscossa spiega che "il costo della materia prima è importante e pesante, sicuramente è quello che incide di più sulla spesa finale del prodotto, tuttavia, c'è un costo di prima trasformazione nel mulino e di seconda trasformazione nel pastificio per produrre la pasta; ecco questi costi oggi non sono in diminuzione a differenza del costo del grano duro" senza contare che "tra energia e gas dobbiamo pagare tra il 10 e il 15% in più rispetto all'anno precedente ".

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