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Giavazzi: "Con arrivo di Trump necessarie scelte sui conti, da difesa ad ambiente"

Giavazzi:
28 dicembre 2024 | 12.46
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"Il 2025 potrebbe essere un anno molto difficile per l’economia e il lavoro in Italia: quanto difficile dipende da come ci prepariamo ad affrontarlo, noi e l’Unione europea. Le misure vanno pensate ora, prima che Trump entri alla Casa Bianca e metta le sue carte sul tavolo. Più tardi ci muoviamo, più debole sarà la nostra posizione negoziale". Sono le considerazioni dell'economista Francesco Giavazzi, nel suo editoriale sul 'Corriere della Sera'. "Quanto a lungimiranza la legge di Bilancio che verrà approvata definitivamente oggi lascia molto a desiderare. - osserva - È difficile vedere in questa legge una strategia per arginare lo tsunami che potrebbe colpirci. Il Sole 24 Ore ha calcolato che 89 tra le misure previste nella legge valgono meno di 5 milioni di euro ciascuna, risorse forse sufficienti per un piccolo comune, non per un Paese che ospita il secondo settore manifatturiero d’Europa e che si appresta ad affrontare una transizione verde che sarà inevitabile: la scelta è subirla o essere capaci di gestirla".

"Trump, abile negoziatore, cercherà di ammorbidire i suoi interlocutori, la Cina innanzitutto, ma anche noi europei, minacciando di imporre dazi mai visti: 50%, anzi 100% ha detto. Potrebbe essere solo un bluff" aggiunge Giavazzi e spiega: "La minaccia dei dazi è solo uno strumento negoziale da usare per indurre l’interlocutore a mettere sul tavolo una contro-proposta. È questa che l’Europa deve urgentemente preparare".

"Il negoziato con Trump va affrontato riconoscendo che per ottant’anni abbiamo goduto pressoché gratuitamente della protezione militare americana, e dicendo che ora siamo pronti a farci carico della nostra quota dei costi della Nato" spiega l'economista dal suo punto di vista. "Anzi con una quota che ecceda il nostro peso nell’Alleanza per compensare, almeno in parte, i benefici che abbiamo ricevuto in passato: non il 2 per cento del Pil di ciascun Paese Ue, come prevedono gli accordi Nato, ma un po’ di più. Trump chiederà che le nuove spese militari Ue siano riservate all’acquisto di prodotti americani".

"Non è il punto essenziale: basterà insistere sul fatto che le aste militari siano aperte. Sarà l’eccellenza di alcune aziende europee a conquistare quel mercato. - prosegue - Sono cifre ingenti: come pagare? Nessun Paese Ue ha lo spazio fiscale per investire da solo. Occorre emettere debito europeo comune, come si è fatto durante il Covid e come ormai dice anche il probabile nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz. La seconda sfida è il settore automobilistico europeo che rischia di non avere il tempo per adeguarsi ai ritmi imposti dal Green Deal".

"Completare la transizione verde è come vincere una guerra. E durante una guerra nessuno si preoccupa del debito emesso per finanziarla. La posta in gioco è molto più importante. Lasceremo ai nostri nipoti un po’ più di debito da ripagare, ma anche un continente e una Terra in cui sarà ancora possibile vivere" conclude Giavazzi.

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