Infortuni sul lavoro, in arrivo nuove misure: decreto entro fine mese

Calderone: "Accolte le richieste delle parti sociali"

Infortuni sul lavoro, in arrivo nuove misure: decreto entro fine mese
09 settembre 2025 | 17.25
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Interventi ad ampio raggio con risorse Inail, misure anti-molestie, un badge per la verifica della formazione. Sono in arrivo nuove misure per la sicurezza sul lavoro: via Flavia sta lavorando per arrivare con un decreto entro la fine di settembre. È quanto emerso dall’incontro che oggi ha impegnato per quasi tre ore la ministra Marina Calderone, i sindacati Cgil, Csil, Uil e Ugl, e le associazioni datoriali. “L’obiettivo del confronto avviato a Palazzo Chigi è sempre stato quello di mettere in campo ancora nuove e ulteriori iniziative concrete per contenere i rischi di infortunio e promuovere efficaci campagne di sensibilizzazione” e “con questo spirito abbiamo accolto le proposte avanzate dalle parti sociali”, commenta Calderone. Le posizioni dei sindacati, però, sono sfumate: se tutti riconoscono l’importanza del dialogo e di alcune misure, non è lo stesso per la rilevanza dei contenuti del testo. Intanto, la ministra progetta l’apertura di un secondo ‘cantiere’, da aprire subito dopo quello sulla sicurezza, sulle politiche attive per cui progetta – a quanto apprende l’Adnkronos – di mettere sul piatto 2 miliardi per il Fondo nuove competenze, coperti con i fondi europei.

Lo schema del provvedimento su salute e sicurezza attualmente sul tavolo è più o meno lo stesso di cui le parti avevano discusso prima della pausa estiva e prevede una serie di azioni ad ampio raggio. Tra queste, la promozione di una rosa di interventi in settori specifici - cantieri, logistica, trasporti - con l'utilizzo di risorse Inail, un supporto alle imprese per l'adozione di sistemi di gestione della salute, l'estensione anche alle coppie conviventi non sposate delle tutele che prevedono, in caso di morte sul lavoro, una rendita per il coniuge superstite commisurata al 50% della retribuzione fino alla morte o a nuovo matrimonio, norme sulla digitalizzazione e un aggiornamento della disciplina dei ricorsi (spostando la competenza dal ministero all'Ispettorato del lavoro). Più articolato invece il ragionamento sull'inserimento, nel testo unico, di una definizione di 'spazi confinati', a cui seguirebbero poi annesse misure, perché prima si deve riuscire a trovare un punto di caduta sul nodo principale: il ruolo del preposto.

All’ordine del giorno c’è anche qualche novità, che sarebbe aggiunta allo schema di decreto, con un focus sul benessere nei luoghi di lavoro. Si studiano infatti nuove modalità per la valutazione dello stress sul lavoro, valevoli anche per chi opera in smart working, insieme alla possibilità che il datore individui, nel documento di valutazione del rischio, le misure di prevenzione rispetto al rischio molestie. Ancora, l’introduzione di un badge elettronico per una verifica preliminare della formazione insieme ad una più generale registrazione digitalizzata all'interno del fascicolo sociale e lavorativo del cittadino. Sul versante scuola, spunta l’estensione della copertura assicurativa per le studentesse e gli studenti coinvolti nei progetti di alternanza anche per gli spostamenti casa-lavoro.

Dal fronte sindacale arrivano diverse reazioni. Da un lato l’Ugl: “apprezziamo i contenuti e le finalità del decreto legge ma è fondamentale sbloccare rapidamente le risorse aggiuntive Inail, rafforzando con la formazione anche l’addestramento su strumenti, mezzi e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”, sottolinea Fiovo Bitti, stressando l’importanza di “fugare ogni incertezza interpretativa sugli studenti in alternanza scuola-lavoro e valorizzare il ruolo degli ispettori del lavoro”. Per la Cisl è “positiva la ripresa del confronto” e le novità introdotte dal decreto “rilevanti”. A partire proprio dal badge, che convince sia la Uil che la Cgil. Via Lucullo, dal canto suo, loda anche le misure centrate sulle molestie sul lavoro, ma osserva come resti irrisolto il nodo delle risorse, cioè i 650 milioni aggiuntivi, messi a terra dal governo per attuare le nuove misure. Sul punto, alcune fonti presenti al tavolo hanno spiegato all’Adnkronos che il ministero, l'Inail e la Ragioneria starebbero verificando se è necessaria una norma primaria, in caso da inserire nel decreto, o se, invece, è sufficiente un atto amministrativo.

Più freddo invece il giudizio della Cgil. “Pur riconoscendo alcuni elementi positivi, si tratta di interventi estremamente limitati, che non affrontano in modo adeguato le reali emergenze”, dice infatti la segretaria Francesca Re David. Il problema principale, per Corso d’Italia, sono gli appalti. "Non c’è nessuna revisione del sistema degli appalti, nonostante gli impegni presi”, sottolinea infatti la segretaria. Lo scorso giugno si vociferava dell’ipotesi – per trovare un punto di caduta tra la direttiva europea che prevede il subappalto come forma di tutela delle piccole imprese e la necessità di avere un livello di sicurezza standard – di un intervento per mettere un tetto massimo ai subappalti, da definire attraverso protocolli d'intesa collettivi con i grandi committenti. Ma, a quanto pare, l’idea è caduta nel vuoto.

Per Re David, anche il sistema ispettivo è fragile, perché resta “una grave carenza di controlli, che il provvedimento non contribuisce a risolvere”. Effettivamente, nel corso dell’incontro l’Ispettorato nazionale del Lavoro avrebbe fatto presente una “difficoltà” – viene riferito – a coprire le posizioni messe a concorso, a causa di una carenza di candidati in alcune regioni, perlopiù quelle del Nord Italia. I posti disponibili su base territoriale sono 1.000, ma le tempistiche dei bandi non sono uguali per tutte le Regioni. Attualmente, quindi, sarebbero stati individuati 320 vincitori su circa 600 posti, in attesa delle ultime correzioni per capire la percentuale di copertura definitiva ed effettiva. Il problema principale sarebbe il Nord: lì, il numero di candidati idonei presentatosi a concorso è piuttosto bassa e non è detto peraltro che tutti gli idonei, alla fine, accettino (gap a cui però, viene fatto notare, si potrebbe far fronte utilizzando le più nutrite graduatorie del Centro, per proporre ai candidati un eventuale e volontario trasferimento). (di Martina Regis)

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