Iran, Fabbri (Domino): "Ritardo azione Usa può avere avvantaggiato Teheran"

"I giorni passati dall’attacco di Israele all’intervento degli Stati Uniti hanno salvato il programma nucleare"

Dario Fabbri, direttore di Domino
Dario Fabbri, direttore di Domino
26 giugno 2025 | 10.09
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“La questione iraniana rappresenta il tentativo di Israele e degli Stati Uniti di impedire che il principale impero della regione, insieme alla Turchia, arrivasse alla bomba atomica. Ciò che ha lasciato parzialmente intatto il programma nucleare iraniano è il dissidio tra gli apparati statunitensi e il presidente Donald Trump”. Così Dario Fabbri, direttore di Domino ed esperto di geopolitica, intervenendo all’evento dal titolo "Muoviamo il futuro: sicurezza, sostenibilità, condivisione" che si è tenuto a Roma. Un incontro promosso da Aniasa (l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità). “Trump – prosegue Fabbri – che si era detto contrario all’attacco di Israele contro l’Iran ha visto Pentagono e Cia aiutare gli israeliani nell’azione. Per protocollo gli apparati che si muovono senza consenso del presidente lo fanno per proteggere truppe e mezzi statunitensi nella regione. Trump viene così messo con le spalle al muro e ha dovuto accettare di colpire il sito iraniano di Fordow. I giorni che sono passati dall’attacco di Israele all’intervento degli Stati Uniti sono, però, serviti a salvare il programma nucleare iraniano”.

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