cerca CERCA
Venerdì 30 Maggio 2025
Aggiornato: 00:08
10 ultim'ora clock BREAKING NEWS

Maria Grazia Chiuri lascia Dior, in passerella la sua rivoluzione femminista

L'addio dopo 9 anni per la prima donna a dirigere le creazioni femminili della maison di Avenue Montaigne. Sotto la sua direzione la moda è diventata dichiarazione e provocazione.

Maria Grazia Chiuri (Ipa/Fotogramma)
Maria Grazia Chiuri (Ipa/Fotogramma)
29 maggio 2025 | 14.00
LETTURA: 4 minuti

Gli addii nella moda di solito arrivano in silenzio, con un comunicato stringato e qualche parola di ringraziamento. Ma quello di Maria Grazia Chiuri da Dior è tutto fuorché silenzioso: è il colpo di scena finale di una sfilata lunga nove anni, che ha cambiato il volto e la voce di una delle maison francesi più famose di Francia e del mondo. Quando nel 2016 venne nominata direttrice creativa delle collezioni femminili, dopo una lunga esperienza al timone di Valentino assieme a Pierpaolo Piccioli, Maria Grazia Chiuri diventò la prima donna in questo ruolo nella storia della casa fondata da Monsieur Dior nel 1946.

Chiuri e la rivoluzione in Dior

Durante il suo percorso non si è limitata a disegnare abiti ma ha trasformato ogni passerella in un manifesto. 'We Should All Be Feminists' recitava la t-shirt che aprì la sua prima sfilata. Un omaggio all’omonimo saggio di Chimamanda Ngozi Adichie che affronta la tematica del femminismo e della disparità di genere. Da quel momento, la moda sotto la sua direzione è diventata dichiarazione e provocazione. Ma anche attivismo sociale e culturale. Chiuri ha rimesso mano agli archetipi di Monsieur Dior - il tailleur Bar, la silhouette a corolla - e li ha fatti sfilare accanto a sandali gladiatore, anfibi e slogan politici. Non ha mai fatto mistero di voler rileggere la femminilità con il suo sguardo contemporaneo, coinvolgendo artiste e intellettuali, da Judy Chicago a Carla Lonzi, costruendo al tempo stesso un’estetica di potere gentile e consapevole.

Le collaborazioni fuori dalla passerella

Chiuri ha lasciato il segno anche fuori dalla passerella, con collaborazioni iconiche e progetti, speciali che hanno portato la sua visione oltre i confini della moda. Indimenticabile il vestito da sposa disegnato per Chiara Ferragni nel 2018, un abito diventato subito virale e oggetto di culto digitale. Con Ferragni ha poi collaborato nuovamente in occasione di Sanremo 2023, creando una serie di abiti manifesto: da quello con il disegno del corpo femminile 'liberato', fino alla 'gabbia' dorata a simboleggiare i condizionamenti sociali. Ugualmente potente è stato il suo contributo ai costumi di scena per il 'Jova Beach Party' e per l'ultimo tour nei palazzetti di Jovanotti, dove ha saputo unire l’energia selvaggia del pop con l'eleganza concettuale dell'alta moda.

L'eredità

Tra le collezioni rimaste impresse nella memoria collettiva spiccano la primavera-estate 2020, ispirata ai giardini e alla sostenibilità, la Cruise 2020 a Marrakech, omaggio all’artigianato africano, e la Cruise 2022 ad Atene, tra evocazioni classiche e guerriere contemporanee: tutte hanno confermato una direzione artistica che ha sempre cercato il significato prima dello spettacolo. Sotto la sua guida, le vendite del marchio sono salite vertiginosamente, prima di una flessione nell’ultimo anno. Ma la sua eredità va ben oltre i numeri: Chiuri ha fatto di Dior un marchio 'impegnato', attento alle questioni sociali e femminili. Per gli addetti ai lavori l'uscita di scena dalla maison di Avenue Montaigne non è un fulmine a ciel sereno.

E ora?

Negli ultimi mesi si sono ricorsi con prepotenza i rumors sul suo imminente addio, e la conferma è arrivata solo ora, a due giorni dalla sfilata Cruise 2026 a Roma, nella sua città natale. Una collezione sospesa nel tempo, ispirata a un ballo anni '30, presentata nella sontuosa Villa Albani Torlonia. Con lei, un cast di attrici internazionali e la collaborazione con i maestri di Tirelli Costumi: più che una sfilata, un tributo. E, come avevano forse visto lungo gli insider, un scenografico saluto.

Il futuro? Dior non ha ancora annunciato chi prenderà il timone creativo - tra i nomi più gettonati circola insistente quello di Jonathan Anderson, mente brillante di JW Anderson ed ex creativo di Loewe, attualmente al timone di Dior Uomo. Quanto a Chiuri, potrebbe tornare dove tutto è iniziato: da Fendi, come si vocifera, o forse nella scena culturale romana, dove si è impegnata attivamente con il restauro del Teatro della Cometa insieme alla figlia. Quel che è certo è che con l'addio della prima donna al timone di Dior se ne va una delle poche che ha usato la moda non solo per vestire ma per raccontare, sfidare i cliché e guidare il cambiamento. (di Federica Mochi)

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza