Focus economia, dall’occupazione alle stime per la crescita: gli ultimi dati

25 giugno 2025 | 15.29
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L’ultimo dato disponibile è quello fornito dall’Istat sull’inflazione, che cala all’1,6% a maggio 2025 dall’1,9% di aprile. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell'1,6% su base annua: la stima preliminare era +1,7%. In accelerazione invece il cosiddetto 'carrello della spesa', che include solo beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, che a maggio passa da +2,6% a +2,7%. Mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto decelerano (da +1,6% a +1,5%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera leggermente (da +2,1% a +1,9%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,2% a +2,1%). Positivo anche l’andamento dei dati sull’occupazione. Il numero di occupati aumenta di 141 mila unità (+0,6%) rispetto al quarto trimestre 2024, a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+143 mila, +0,9%) e degli indipendenti (+18 mila, +0,3%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-20 mila, -0,8%); aumenta anche il numero di disoccupati (+16 mila, +1,0% in tre mesi), mentre diminuisce quello degli inattivi di 15-64 anni (-157 mila, -1,3%). Tale dinamica si riflette nell’aumento del tasso di occupazione che sale al 62,7% (+0,4 punti in tre mesi), nella stabilità di quello di disoccupazione, invariato al 6,1%, e nel calo del tasso di inattività che scende al 33,1% (-0,4 punti). Arrivando al capitolo crescita, sono fresche le nuove stime della Banca d’Italia. In attesa di sviluppi nei negoziati con gli Usa sui dazi, le previsioni di Via Nazionale restano invariate rispetto ad aprile: +0,6% nel 2025, +0,8% nel 2026 e +0,7% nel 2027. Si punta tutto sui consumi interni per sostenere l'economia, perché l'export comincia mandare segnali d'allarme: ad aprile, secondo l'Istat, il commercio verso i paesi extra UE è crollato del 7%, facendo arretrare le esportazioni complessive del 2,8% su base mensile. Nel quadro delineato da Bankitalia, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti assumono un ruolo centrale. Le previsioni dell'istituto presuppongono un aumento dei dazi Usa al 10% sui prodotti europei. Uno scenario che, insieme all'incertezza globale, rischia di penalizzare investimenti ed export, sottraendo complessivamente circa mezzo punto di Pil tra il 2025 e il 2027.

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