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«Un Presidio di qualità e una programmazione coordinata della ricostruzione»

Convegno Amatrice
Convegno Amatrice
30 giugno 2025 | 14.54
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Roma, 30 giugno 2025. Un «Presidio di qualità», innanzitutto. E poi «una programmazione coordinata della ricostruzione». Sono i due punti cardine della proposta congiunta lanciata dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Rietie dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincianel corso di un convegno svolto ad Amatrice.

Tra poche settimane saranno nove anni da quando un devastante terremoto ha colpito il Centro Italia. E i due Ordini professionali hanno organizzato questa giornata di studio dal titolo “La qualità del progetto nella ricostruzione” per discutere le problematiche tecniche e amministrative emerse nel corso del tempo e per mettere sul tavolo delle soluzioni che possano contribuire a garantire un’edificazione realizzata sulla base di scelte adeguate di recuperoe la più opportuna organizzazione dei centri urbani parzialmente colpiti o totalmente rasi al suolo dal devastante terremoto del 2016, come nel caso di Amatrice e Accumoli. Progettisti, responsabili della pubblica amministrazione e rappresentanti istituzionali hanno evidenziato tutte le criticità finora affrontate. E i presidenti dei due Ordini professionali che hanno promosso la giornata di studio hanno offerto il loro contributo per una ricostruzione che, attraverso una progettazione di qualità, possa valorizzare i Comuni e i tanti borghi colpiti dal sisma.

Ha detto Il Presidente dell’Ordine della Provincia di Rieti Fabrizio Miluzzo: «Da tempo lanciamo un grido di allarme sul rischio che la ricostruzione non riesca a garantire l’identità di quei luoghi che sono stati abitati e hanno sviluppato un indotto economico, turistico che, in generale, era un po’ il motore di quelle aree dell’Appennino. Non stiamo parlando di fare restauri puntuali, ma di costruire un paese ex novo: bisogna avere le idee chiare, mettere in campo tutti gli strumenti per garantire che l’impiego di risorse pubbliche possa produrre risultati concreti. Dobbiamo preoccuparci di questi aspetti già in questa fase, E forse è già tardi. Non possiamo aspettare dieci anni e, completata la ricostruzione, accorgerci magari che abbiamo costruito una realtà vuota, scarsa di significato, non appetibile, criticata da tutti».

Ha sottolineato il Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia, Alessandro Panci: «Sono tante le problematiche che riguardano il modo in cui i borghi devastati potranno essere nuovamente abitati. La collaborazione tra Ordini, fare rete anche con le comunità locali è la priorità che ci siamo dati. L’obiettivo è una valorizzazione consapevole di queste realtà, sapendo che al centro ci sono le persone che andranno a vivere gli spazi progettati, non l’edificio in sé o la piazza in sé. Questo vuol dire mettere al centro la qualità del progetto. E per fare un percorso di qualità servono metodi e processi ben precisi, strategie non solo di ricostruzione ma anche di comprensione e valorizzazione di questi territori».

Ha dichiarato l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi: «L’Appennino centrale, dopo il sisma del 2016, necessita di una ricostruzione non solo architettonica, ma anche economica. Questa è la missione che stiamo portando avanti insieme con il Governo, il commissario Castelli e le associazioni di categoria. L’obiettivo è di dare priorità ad una ricostruzione di qualità, sostenibile e sicura, ma anche rafforzare e valorizzare le tradizioni e la cultura di un’intera comunità. È quindi fondamentale un lavoro in sinergia con tavoli di confronto, programmatici e tecnici, per il rilancio delle zone maggiormente colpite dal sisma del 2016. Un lavoro quotidiano per far rifiorire un’area interna strategica dell’Appennino centrale».

Uno dei problemi evidenziati nel corso del convegno è che ci si sta troppo concentrando sulla ricostruzione di singoli edifici, senza prestare la necessaria attenzione alla connessione tra essi e anche in rapporto agli spazi pubblici. Spazi che, come ha sottolineato il Consigliere OAR con delega per i rapporti con la Pubblica Amministrazione, Lorenzo Busnengo, non possono essere lasciati in secondo piano: «Gli spazi pubblici, le piazze, hanno sempre rappresentato i luoghi identitari attorno a cui si costruiscono le relazioni e si determina l’identità di una città. Pensiamo alle agorà greche, alle piazze dell’antica Roma, a quelle rinascimentali. Se si agisce solo ed esclusivamente per interventi puntuali da parte dei proprietari, non si garantisce la qualità complessiva della ricostruzione.Nella progettazione bisogna rimettere al centro anche la qualità dei luoghi identitari».

Qualità e coordinamento tra gli interventi sono obiettivi che, hanno sottolineato i due Ordini professionali promotori della giornata di studio, possono essere garantiti da due interventi da mettere in campo. La prima riguarda appunto l’inserimento di un «Presidio di qualità», ovvero una commissione dotata di un potere consultivo che possa definire, sulla base di precise linee guida, la qualità dei progetti anche dal punto di vista delle caratteristiche tipologiche e dell’inserimento all’interno del paesaggio. La seconda proposta avanzata dai due Ordini professionali riguarda la necessità di una «programmazione coordinata della ricostruzione» in modo che da un lato si garantisca la concordanza degli interventi tra loro (edifici privati e spazi pubblici) e dall’altro si proceda all’interno di un costante coordinamento tra le istituzioni.

Unadelle criticitàsottolineate dai due sindaci presenti al convegno, quello di Amatrice Giorgio Cortellesi e quello di Accumoli Mauro Tolomei, ha riguardato infatti proprio la mancanza di quest’ultimo aspetto.

Ha detto il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli: «In un territorio caratterizzato da accentuate fragilità come l’Appennino centrale, la qualità della ricostruzione è una priorità assoluta, che si deve fondare sui principi di sicurezza e sostenibilità. Per realizzare questo obiettivo abbiamo scelto di andare oltre il vecchio principio del “com’era, dov’era”, adottando quello del “ricostruire innovando e innovare ricostruendo”. Il più grande cantiere d’Europa è così diventato un laboratorio di buone pratiche nel quale applichiamo le migliori tecniche di ingegneria sismica. Progetti innovativi e ambiziosi come quelli Castelluccio di Norcia e del centro storico di Arquata del Tronto testimoniano l’attenzione dedicata alla rinascita e alla rigenerazione dei nostri borghi».

Contatti:
Ufficio Stampa Ordine Architetti Roma
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