
Il presidente americano introduce tariffe per India e Brasile. Colloqui in extremis con altri partner
Il countdown di Donald Trump è quasi concluso. Domani, 1 agosto, entrano in vigore le tariffe 'automatiche' che il presidente degli Stati Uniti ha stabilito in caso di mancato accordo sui dazi con i partner commerciali. C'è ancora qualche ora per arrivare alla fumata bianca con gli interlocutori che, dice Trump, sono numerosi a ridosso della deadline. "La scadenza del primo agosto non cambia, non ci saranno proroghe. Sarà un grande giorno per l'America. Siamo molto impegnati. Ho parlato con i leader di molti Paesi, tutti desiderosi di rendere gli Stati Uniti 'estremamente felici'", chiarisce.
"Abbiamo appena concluso un accordo con il Pakistan, in base al quale Pakistan e Stati Uniti collaboreranno per sviluppare le loro enormi riserve di petrolio. Stiamo scegliendo la compagnia petrolifera che guiderà questa partnership. Allo stesso modo, altri Paesi stanno avanzando offerte per una riduzione delle tariffe. Tutto ciò contribuirà a ridurre notevolmente il nostro deficit commerciale", scrive il presidente sul social Truth.
A ridosso del gong, Trump assesta una serie colpi che fanno rumore, imponendo pesanti tariffe nei confronti di Brasile e India. Il presidente ha firmato un decreto per imporre dazi aggiuntivi del 40% ai prodotti brasiliani, portandoli ad un totale del 50%. Nelle ultime settimane Trump aveva minacciato il Brasile di adottare questa misura come punizione per quella che ha definito una "caccia alle streghe" contro il suo alleato di estrema destra, l'ex presidente Jair Bolsonaro.
Trump ha anche annunciato che imporrà dazi del 25% all'India per contrastare le sue "fastidiose" politiche commerciali e aggiungendo una "penalità" per il fatto che acquista armi e energia dalla Russia. In un post su Truth, il presidente americano ha ricordato che "anche se l'India è un nostro amico, abbiamo negli anni fatto relativamente pochi affari con loro a causa delle loro tariffe veramente troppo alte, tra le più alte del mondo, e le barriere commerciali non monetarie più dure e odiose".
"Inoltre - ha continuato - comprano anche una vasta maggioranza di materiale militare dalla Russia e sono i principali acquirenti di energia della Russia, insieme alla Cina, in un momento in cui tutti vogliono che la Russia blocchi le uccisioni in Ucraina. Tutto questo non è buono - ha concluso con i suoi soliti caratteri cubitali - l'India quindi pagherà dazi del 25% più una penalità per quanto detto sopra, a cominciare dal primo agosto".
Come 'bonus', ecco anche una tariffa universale del 50% sulle importazioni di rame, che entrerà in vigore da domani. Secondo quanto si legge nella documentazione della Casa Bianca, la decisione è stata presa perché la quantità di importazioni di rame negli Stati Uniti "è tale da minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti". Il Cile, principale produttore di questo metallo ed esportatore negli Usa, è stato escluso dai dazi.
Il Brasile ha risposto a Trump con le parole del presidente Luiz Inacio Lula da Silvia in un'intervista al New York Times. "Voglio dire a Trump che i brasiliani e gli americani non si meritano di essere vittime della politica, se la ragione per cui il presidente Trump sta imponendo questa tassa al Brasile è a causa del processo contro l'ex presidente Bolsonaro", ha detto.
"I brasiliani pagheranno più per altri prodotti, gli americani pagheranno più per altri prodotti, io credo che questo motivo non lo merita - ha continuato il presidente brasiliano - il Brasile ha una costituzione e l'ex presidente è sotto processo con tutti i diritti alla difesa".
Lula ha poi affermato che in questi mesi ha più volte cercato "contatti" con Trump e la Casa Bianca, ma "nessuno vuole parlare". "Spero che la civiltà ritorni nelle relazioni tra Usa e Brasile, il tono della sua lettera è definitivamente quello di qualcuno che non vuole parlare", ha aggiunto riferendosi all'annuncio di Trump dei dazi, ribadendo che ha intenzione di difendere l'interesse e la sovranità del Brasile.
"Non c'e' ragione di essere spaventati, sono preoccupato, perché abbiamo interessi economici, politici e tecnologici, ma in nessun momento il Brasile negozierà come un Paese piccolo contro uno grande, il Brasile negozierà da Paese sovrano", ha detto ancora, sottolineando la necessità di trovare "un terreno comune" nei negoziati. "Questo non può essere ottenuto gridando cose che non si possono ottenere, ma neanche piegando il capo e dicendo 'amen' a tutto quello che vogliono gli Usa", ha continuato.
Da Nuova Delhi, nelle stesse ore, la posizione del governo indiano: "India e Stati Uniti sono impegnati da diversi mesi in negoziati per concludere un accordo commerciale bilaterale equo, equilibrato e reciprocamente vantaggioso. Rimaniamo impegnati a perseguire questo obiettivo".