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"Iran non si ferma, aiutateci a tornare a casa", l'appello dell'italiana in Israele

Ludovica Di Veroli, italiana da 8 anni a Tel Aviv: "Non so se sono ancora al sicuro, una cosa del genere in due anni di guerra non l'ho mai vista"

Un edificio viene colpito da un missile a Tel Aviv, in Israele - (Ipa)
Un edificio viene colpito da un missile a Tel Aviv, in Israele - (Ipa)
14 giugno 2025 | 09.21
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Quaranta secondi se il missile qassam arriva da Gaza, dai cinque ai dieci minuti se il lancio è dall'Iran. E' questo il tempo massimo che i civili israeliani hanno per mettersi al sicuro nei rifugi quando lo Stato ebraico è sotto attacco. Lo sa bene Ludovica Di Veroli, italiana da 8 anni a Tel Aviv, che dal 7 ottobre 2023 - giorno del massacro e dei rapimenti compiuti da Hamas, ultima scintilla che ha acceso il conflitto e la dura risposta israeliana nella Striscia - vive una quotidianità scandita anche da alert, sirene e tensione costante. Ma stavolta, dopo l'attacco di Israele a siti nucleari e militari iraniani iniziato ieri e la reazione di Teheran, "non lo so se sono ancora al sicuro, una cosa del genere in due anni di guerra non l'ho mai vista".

"L'ultimo missile è caduto a un chilometro da qui", ha raccontato all'Adnkronos ieri sera in una breve pausa dalla pioggia di missili lanciati da Teheran contro Israele. Una distanza che non è bastata a evitare che esplodesse una finestra del suo appartamento, con vetri ovunque e qualche ferita. "Ora - ha spiegato - sono nel rifugio, vicino a una piccola finestra perché prenda il telefono. Da qui vedo del fumo, ma prima il cielo era illuminato da 'lampi' e si sentivano dei boati terribili". Se dopo il 7 ottobre la scelta è stata di rimanere in ogni caso in Israele ora però, spiegava, "siamo in pericolo, come lo sono gli italiani che si trovano in Iran. La Farnesina e l'ambasciata non ci hanno contattato, almeno non a me né agli altri italiani a Tel Aviv che conosco - ha aggiunto -. Chi scrive è solo il ministero della Sicurezza interna che ci manda l'alert per andare nei rifugi se vengono lanciati razzi o missili".

"Se l'Italia inviasse dei voli per riportarci a casa? Certo che dovrebbe mandarli - risponde senza esitare -. E ne dovrebbe mandare anche diversi visto che qui ci sono 22mila italiani e chi volesse tornare e non può, perché gli scali sono bloccati, deve poterlo fare e farlo in sicurezza".

Prima dell'alba un nuovo attacco israeliano ha poi provocato una nuova reazione di Teheran, e su Tel Aviv si è scatenata una pesantissima risposta tra devastazione, morti e feriti. Poche ore più tardi, il nuovo messaggio di Ludovica dal rifugio: "Siamo in mezzo all'inferno, non si fermano più. Aiutateci a mandare qualcuno, portateci via, aiutateci a tornare a casa".

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