Spid a pagamento, Unc: "Lo Stato non può scaricare sui privati un servizio essenziale"

Massimiliano Dona: "Sarebbe come far pagare per entrare in un ufficio pubblico. Non possiamo permettere che i diritti costituzionali rischino di diventare un business privato"

Spid a pagamento, Unc:
17 giugno 2025 | 13.52
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Lo Spid, entrato in vigore dal 2016, è il servizio che permette l'identificazione sicura degli utenti che utilizzano i siti della Pubblica amministrazione. Attualmente il servizio è gestito da 12 provider autorizzati, che hanno adottato diverse procedure per la verifica dell'identità. Finora l'adozione iniziale dello Spid e i successivi rinnovi sono sempre stati gratuiti, ma forse le cose stanno per cambiare.

"Come può - commenta con l'Adnkronos/Labitalia Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - lo Stato scaricare su privati un servizio essenziale e poi permettere che questi tengano in ostaggio i cittadini? Milioni di persone hanno attivato lo Spid fidandosi delle promesse di gratuità, e ora rischiano di doverlo pagare per non perdere l'accesso ai propri diritti. Sarebbe come far pagare per entrare in un ufficio pubblico. Non possiamo permettere che i diritti costituzionali rischino di diventare un business privato".

"Per questo - spiega - lo Stato ha il dovere di dare un'alternativa pubblica gratuita ai cittadini, specie se si considera che l'identità digitale consente alla Pubblica amministrazione di risparmiare miliardi. Chiediamo, quindi, che azzeri tutte le spese oggi necessarie per l'attivazione della Cie, la Carta d'identità elettronica che oggi costa oltre 22 euro".

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