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Mes, Senato approva risoluzione maggioranza

Sul cosiddetto 'fondo Salva Stati', a Palazzo Madama 164 sì. Alcuni senatori 5S votano in dissenso dal gruppo. L'ok della Camera. Conte: "L'Italia non ha nulla da temere". Le componenti della riforma del Meccanismo Unico di Stabilità

(Adnkronos)
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11 dicembre 2019 | 19.46
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Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio Ue con 164 voti a favore, 122 contrari e due astensioni. Respinte due risoluzioni delle opposizioni.

Il voto a Palazzo Madama si è caratterizzato da alcune posizioni 'dissidenti' tra i senatori pentastellati. E c'è chi non solo ha votato contro la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Conte ma ha votato a favore di quelle dell'opposizione. Ugo Grassi, in base ai tabulati, ha votato sì al documento a prima firma Bernini (Fi).

A quella a prima Candiani (Lega) ha detto sì, oltre a Grassi, anche Francesco Urraro, mentre si sono astenuti Paragone e Lucidi (come hanno fatto pure sul documento Bernini, rispetto al quale Francesco Urraro ha votato no). "Si è troppo marginalizzato il tema del Mes. Il tema in esame si pone fuori dal programma del M5S" e pertanto "annuncio il mio voto in dissenso dal gruppo" dice Urraro, parlando in Aula prima del voto.

Annuncia voto contrario anche Gianluigi Paragone: "La mia non è una dichiarazione in dissenso prodromica a un cambio di gruppo. Voglio solo invitare il mio gruppo e il governo a stare attenti a una questione: il Mes sta dentro un'architettura neoliberista dell'Europa, che ci nega una seria e incisiva politica espansiva". E ancora: "Con queste sue politiche, l'Europa ci nega la possibilità di crescere".

Ma non basta. "Non sono una cavia, non sono un criceto. Quindi esco dalla gabbia, dalla ruota, e voto no" afferma poi il senatore M5S Stefano Lucidi al termine del suo intervento in dissenso dal gruppo, in merito alle comunicazioni del premier.

CONTE - Il presidente del Consiglio Conte ha poi lasciato l’aula del Senato, ancora animata dal dibattito sul Mes, per raggiungere la Festa dell’Istituto Italo-Latino Americano, nel quartiere Parioli di Roma. "Tensioni al Senato? Non temo affatto ripercussioni'' ha detto dopo il voto. Difficoltà per la manovra? ''Con tutto il rispetto e la prudenza del caso, ma non temo ripercussioni. Procediamo spediti. Ora c'è questo esame del Parlamento ma procediamo molto concentrati''.

BONAFEDE - "Ci sono criticità su cui stiamo lavorando. Il Mes è lo sviluppo di qualcosa che ereditiamo dai governi Berlusconi, in cui c'erano anche la Lega e Fratelli d'Italia anche con altre denominazioni - dice ospite di Porta a Porta il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede -. Queste stesse forze politiche che hanno dato inizio al progetto ora si lamentano e vengono a chiedere conto a noi che stiamo lavorando. C'è chi lavora e chi fa caciara''.

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