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Morta Olivia Hussey, nel 2023 la denuncia per abusi sul set di 'Romeo e Giulietta'

La causa avanzata con il co-protagonista Leonard Whiting è stata archiviata

Olivia Hussey in 'Romeo e Giulietta' - Agenzia Fotogramma
Olivia Hussey in 'Romeo e Giulietta' - Agenzia Fotogramma
28 dicembre 2024 | 11.03
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All'età di 73 anni è morta Olivia Hussey. Poco meno di due anni fa aveva chiesto un risarcimento per il suo ruolo più famoso, quello di Giulietta Capuleti, dichiarando di aver subito abusi in giovane età. Nei primi giorni del gennaio 2023 l'attrice e il suo collega di allora, Leonard Whiting, che interpretava Romeo in 'Romeo e Giulietta' (1968) di Franco Zeffirelli, avevano fatto causa alla casa produttrice cinematografica Paramount Pictures per presunte accuse di abusi su minori durante le riprese del film, presentando una denuncia civile con richiesta di risarcimento danni per 500 milioni di dollari al Tribunale della contea di Los Angeles.

Gli attori, all'epoca delle riprese minorenni, lei 15 e lui 16 anni, avevano dichiarato nell'azione legale che Zeffirelli - scomparso nel 2019 all'età di 96 anni - li avrebbe costretti a girare una scena in camera da letto nudi, nonostante inizialmente fosse stato detto loro che potevano indossare tute color carne: nella pellicola si vedono le natiche di Whiting e i seni nudi di Hussey. Nonostante le rassicurazioni, la mattina delle riprese, sostenevano i due attori nell'atto legale, il regista ordinò loro di recitare nudi, assicurando che la telecamera sarebbe stata posizionata in modo da non mostrare le nudità.

La causa civile è stata infine respinta e il giudice ha ritenuto che le affermazioni secondo cui il film raffigura atti sessuali siano un "grossolano errore di descrizione". Anche una seconda causa è stata archiviata. I due attori reclamavano il risarcimento di 500 milioni di dollari come danno morale stimato sulla base delle sofferenze che sostenevano di aver subito e agli incassi ottenuti dal film dalla sua uscita.

Le reazioni

Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del regista e presidente della Fondazione Franco Zeffirelli Onlus, rimase sconcertato dalla causa intentata da Hussey e Whiting. La scena d'amore nel film 'Romeo e Giulietta', disse, "è quanto di più lontano dalla pornografia di quanto si possa immaginare. Franco Zeffirelli stesso fu accusato di essere reazionario proprio perché più e più volte si pronunciò contro la pornografia. Le immagini di nudo nel film esprimono la bellezza, il trasporto, direi persino il candore della donazione reciproca e non contengono alcun sentimento morboso". "Credo anche che i due produttori del film, John Brabourne e Anthony Haveclock-Allan, avranno avuto una liberatoria dai loro genitori prima di girare la scena in questione", aggiunse Pippo Zeffirelli.

"E' imbarazzante sentire che oggi, a cinquantacinque anni di distanza dalle riprese, due anziani attori che debbono la loro notorietà essenzialmente a questo film - aggiunse Pippo Zeffirelli - si sveglino per dichiarare di avere subito un sopruso che ha provocato loro anni di ansia e disagio emotivo. A me risulta che in tutti questi anni abbiano sempre mantenuto un rapporto di profonda gratitudine e amicizia nei confronti di Zeffirelli, rilasciando centinaia di interviste nel ricordo felice di questa loro fortunatissima esperienza, coronata da un successo mondiale". In seguito, ricordò Pippo Zeffirelli, Olivia Hussey "ha lavorato ancora con Zeffirelli, interpretando mirabilmente Maria nel 'Gesù di Nazareth'; e Leonard Whiting è perfino venuto a Firenze per le esequie del Maestro, e ha portato la sua testimonianza al Memorial tenuto a Londra nel febbraio 2020".

Il Tribunale ha respinto la causa

Il 25 maggio 2023 il Tribunale di Los Angeles ha respinto la causa dei due attori sentenziando che nessun abuso sessuale era stato commessi per la scena di nudo sul set di 'Romeo e Giulietta' e quindi il risarcimento danni non poteva essere reclamato. Il giudice ha scritto nella sentenza che la richiesta di Zeffirelli e della produzione del film di girare nudi la scena d'amore era stata dettata solo da esigenze artistiche e che l'attività cinematografica è protetta dal Primo Emendamento della Costituzione americana. Il legale degli attori, l'avvocato Solomon Gresen, ha fatto ricorso, portando la questione davanti alla Corte federale, che in seguito ha archiviato la richiesta.

Gli avvocati della Paramount hanno sempre contestato la valutazione degli attori del film, sostenendo nei documenti depositati in giudizio che la scena non sarebbe stata oscena o lasciva, aggiungendo che le loro richieste di indennizzo erano "troppo vecchie" per essere portate davanti ai giudici.

"La realtà è che il film non è pornografia infantile. Il film è estremamente famoso, è stato distribuito per cinquantacinque anni senza problemi di sorta ed è stato visto da milioni di americani (compresi gli studenti che studiano Shakespeare a scuola), senza che le forze dell'ordine, i querelanti o i loro genitori abbiano mai sostenuto che si tratta di 'pornografia infantile', aveva replicato l'avvocato Richard B. Kendall per conto della casa di produzione. (di Paolo Martini)

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