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Caso Yara, Bossetti e Ruggeri in aula: gip Venezia si riserva su accuse depistaggio pm

Al centro della disputa c'è la conservazione dei 54 campioni di Dna, estratti dagli abiti della 13enne ginnasta di Brembate e contenenti la traccia mista di vittima e carnefice

La pm Letizia Ruggeri  - (Fotogramma)
La pm Letizia Ruggeri - (Fotogramma)
24 luglio 2024 | 20.30
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La pm Letizia Ruggeri in prima fila, alle sue spalle Massimo Bossetti. Nell'aula del Palazzo di Venezia, davanti al gip Alberto Scaramuzza - lo stesso che aveva sollecitato approfondimenti sulla magistrata indagata per frode in processo e depistaggio - sono comparsi i due protagonisti del processo sull'omicidio di Yara Gambirasio. Ma se la Cassazione ha stabilito che l'ex muratore è l'assassino della 13enne ginnasta di Brembate, il giudice veneto si è riservato sul futuro della magistrata che ha lungo inseguito il colpevole del delitto del 26 novembre del 2010.

Il giudice, che non ha fornito una data sulla sua decisione, dovrà pronunciarsi sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa dell'indagata, essendosi il giudice già pronunciato sulla pm Ruggeri, ed è poi anche chiamato a decidere a favore dell'archiviazione chiesta dalla procura di Venezia oppure sulla richiesta di rinvio a giudizio su cui ha insistito Claudio Salvagni, legale di Bossetti.

Al centro della disputa c'è la conservazione dei 54 campioni di Dna - estratti dagli abiti di Yara e contenenti la traccia mista di vittima e carnefice - spostati dal frigo dell'ospedale San Raffaele all'ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Un cambio di destinazione che interrompendo la catena del freddo (i reperti erano conservati a 80 gradi sotto zero) potrebbe aver compromesso il materiale biologico e la possibilità di nuove analisi. Un trasferimento che sarebbe stato deciso dal pm Letizia Ruggeri senza attendere il provvedimento della corte d'Appello di Bergamo, giudice dell'esecuzione, ignorando l'allarme dei carabinieri sul rischio di deterioramento dei campioni di Dna e pregiudicando così la possibilità di un giudizio di revisione che la difesa da tempo persegue.

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