di Lavinia Gerardis
La guerra informatica potrebbe cominciare da una semplice applicazione scaricata gratuitamente sul telefonino, porta d’ingresso per hacker e malware capaci di mettere in ginocchio un intero Paese, arrivando a colpire i gangli cruciali delle nazioni: rete elettrica, linee telefoniche, trasporti, sanità, sistema finanziario. Una guerra sempre più temuta dalle grandi potenze che utilizzano la minaccia di un cyber-attacco come nuova forma di guerra fredda. Una guerra senza eserciti individuabili, combattuta con le informazioni - utilizzate per destabilizzare e veicolate grazie a Internet e ai social network - ma soprattutto una guerra delle informazioni che attraverso le abilità sempre più affinate degli hacker al soldo di questa o quella causa, vanno a colpire i dati, le procedure, i programmi e i sistemi informatici vulnerabili di aziende, enti, intere Nazioni.
Infiniti i cavalli di troia utilizzati per bucare i sistemi. E ad aprirgli la porta potremmo essere proprio noi con la nostra ingenuità o incapacità nel gestire strumenti apparentemente elementari e innocui che nascondono però infinite trappole. Basta infatti una semplice app scaricata gratuitamente ad aprire un varco per i soldati invisibili della Rete, utilizzabile come trincea da cui sferrare attacchi ad altri obiettivi.