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Crisi governo, sì a fiducia su decreto Aiuti: M5S non vota

14 luglio 2022 | 07.30
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La capogruppo 5S Castellone: "Irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese". Di Maio: "Vertici M5S pianificavano crisi da mesi". Letta: "Non disponibili a tirare avanti purchessia"

Il biglietto del senatore M5S Airola, oggi in Aula (Fotogramma)
Il biglietto del senatore M5S Airola, oggi in Aula (Fotogramma)

L'Aula del Senato ha dato il via libera al decreto Aiuti, su cui il governo aveva posto il voto di fiducia. A favore 172 senatori, contrari 39 e 0 astenuti. I presenti in Aula erano 212, a votare sono stati 211 senatori, a fronte di una maggioranza richiesta di 166. Come preannunciato, il M5S non ha partecipato al voto.

"Non partecipiamo al voto a questo provvedimento perché non ne condividiamo né parte del merito né il metodo, ma questa nostra posizione si sottrae alla logica della fiducia al Governo e dire che si indebolisce l'azione del Governo quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica è falso. Chi vuole confondere i piani lo fa per strumentalizzare la situazione e dare a noi la colpa del momento di sofferenza che il Paese sta vivendo", le parole della capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Mariolina Castellone, nella sua dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal Governo sul decreto legge Aiuti.

L'esponente Cinquestelle ha richiamato "tre concetti che abbiamo sentito spesso quest'Aula: responsabilità, stabilità, dignità. La responsabilità non è tacere, non è far finta che i problemi non esistano. Irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese. La stabilità si costruisce su basi solide, sulle azioni che il Governo mette in campo".

"La dignità è quella che stiamo difendendo oggi di un Gruppo parlamentare e di una forza politica che si comporta da anni con lealtà ma subisce attacchi vergognosi".

E' dunque fallito il tentativo di mediazione in extremis del ministro Federico D'Incà dopo un confronto con il premier Mario Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato su cui il Movimento 5 Stelle non ha votato, come annunciato ieri dal leader Giuseppe Conte.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà aveva tentato in extremis di scongiurare la crisi di governo evitando appunto la fiducia.

Di Maio

"I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nell'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Italia per il Futuro.

Letta

"Non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se gli altri partiti della maggioranza non ci staranno, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. E noi saremo pronti ad andare davanti agli italiani con il nostro progetto". Così il segretario del Pd Enrico Letta, in un incontro con la stampa a Milano, dopo lo ‘strappo’ del M5S.

"Quello che è accaduto è un passaggio di discontinuità molto forte, di cui bisogna prendere atto e di cui non si può far finta di niente. Quello che deve avvenire in Parlamento è un chiarimento in cui ognuno dice chiaramente che cosa vuole fare, ovviamente sulla base delle intenzioni del presidente del Consiglio", ha sottolineato.

Per Letta "la via naturale" passa dal Parlamento dove ci deve essere un "passaggio chiave", un "chiarimento" e dove "Ognuno si assumerà le proprie responsabilità e sulla base di questo poi deciderà se la legislatura continua oppure no. Noi, per essere chiari, seguiremo come abbiamo sempre fatto, lo spirito collaborativo delle istituzioni".

Conte

“Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi domani (oggi ndr) non parteciperemo al voto”, ha affermato Conte illustrando la posizione del Movimento in vista del voto, "con le stesse lineari e coerenti motivazioni" di quanto fatto alla Camera, e chiedendo "un cambio di passo del governo". "Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco", ha aggiunto.

"Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete", ha detto ancora Conte annunciando l'Aventino parlamentare sul dl aiuti.

Conte ha poi sottolineato come il documento consegnato al premier Draghi mercoledì scorso "non l'ho inteso e non l'abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come l'elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo".

Meloni

"Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo 'dei migliori' è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!", ha dichiarato dal canto suo Giorgia Meloni, leader di Fdi.

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