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Ai, Reinisch (Meta): "Frammentazione normativa Ue è barriera per imprese"

Così il vicepresidente Public policy Europe di Meta, a margine dell'evento 'Italia, Europa e Stati Uniti: l'innovazione al centro del dialogo transatlantico'

Markus Reinisch, vicepresidente Public policy Europe di Meta
Markus Reinisch, vicepresidente Public policy Europe di Meta
30 maggio 2025 | 10.57
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"Gli europei stanno diventando cittadini di seconda classe in termini di disponibilità di tecnologia. E non si tratta solo dei prodotti di Meta, ma anche di quelli dei nostri concorrenti come Google e OpenAI: alcuni modelli, alcuni prodotti, semplicemente non vengono lanciati contemporaneamente, non nella stessa forma sul mercato europeo, il che, a mio avviso, rappresenta una perdita enorme, visti i guadagni di produttività derivanti da queste nuove tecnologie e che aiuterebbero l'Europa a recuperare terreno rispetto ad altre regioni di gran lunga più affermate in questo settore". Così Markus Reinisch, vicepresidente Public policy Europe di Meta, a margine dell'evento 'Italia, Europa e Stati Uniti: l'innovazione al centro del dialogo transatlantico' presso MoMec in piazza Montecitorio a Roma.

"La ragione è che in Usa abbiamo una propensione maggiore ad accettare il rischio, che si riflette nella regolamentazione. E non fraintendetemi, abbiamo bisogno di regolamentazione, dobbiamo mitigare i rischi. Ma il fatto che in Europa ci siano oltre 100 normative digitali parla da sé. Abbiamo anche un problema molto più grande, ovvero la frammentazione dell'Europa con 270 autorità di regolamentazione. Questa non è solo una barriera all'ingresso, ma rende quasi impossibile per le imprese europee operare qui. Infine, mi preoccupa un po' l'elemento discriminatorio e protezionista che si percepisce verso alcune aziende di successo".

"Usare la regolamentazione delle Big Tech come risposta ai dazi? La regione che ne soffrirebbe di più è l'Europa stessa, perché al momento non ha accesso agli strumenti necessari per affrontare la rivoluzione tecnologica. Credo che questo sia davvero un approccio controproducente, un modo per darci la zappa sui piedi. Penso che ci sia un attrito assolutamente inutile tra Europa e Stati Uniti a questo livello. E penso che dovremmo piuttosto unire le nostre energie per sviluppare la tecnologia occidentale e competere in modo più leale con la Cina, puntando insieme a essere leader nello sviluppo di queste tecnologie".

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