Casapound, un video per smontare i 'luoghi comuni' sull'occupazione

Il movimento: "Nessun danno erariale, è arrivato il momento di sedersi a un tavolo e trovare una soluzione"

Casapound, un video per smontare i 'luoghi comuni' sull'occupazione
28 agosto 2025 | 13.29
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Dal danno erariale alla presunta impunità, CasaPound prova a smontare quelli che definisce i “luoghi comuni sull’occupazione” in un video pubblicato dal portavoce nazionale Luca Marsella e sul canale Telegram del movimento. Pur ammettendo che l’occupazione sia formalmente illegale e che per questo sia in corso un processo, Cpi evidenzia come lo stesso processo dovrà tener conto dello stato di necessità in cui vivono molti degli abitanti, condizione che può escludere la punibilità. “Non siamo come tante altre occupazioni – ha spiegato Marsella – qui non si sono mai verificati altri reati e la convivenza con il quartiere è sempre stata pacifica”.

Un altro tema toccato riguarda "l’accusa di impunità": “È falso dire che CasaPound non abbia mai pagato”, si ascolta nel video. Vengono ricordati infatti i numerosi procedimenti affrontati negli anni, l’ultimo dei quali ha portato a una condanna non definitiva di due anni e due mesi, definita “la pena più alta mai inflitta per un’occupazione a Roma”. Sul presunto utilizzo dell’immobile come sede politica abusiva, CasaPound replica che al momento dell’occupazione lo stabile era vuoto e inutilizzato da tempo. “Solo poche stanze ospitano attività politiche, la maggior parte è destinata ad abitazione – chiarisce Marsella – e lo testimoniano gli stessi verbali del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Altro "luogo comune" riguarda la vita a spese dello Stato. “La realtà è ben diversa – ribadisce CasaPound – perché nel palazzo vivono famiglie in grave disagio economico. Alcuni hanno un reddito, ma non sufficiente a sostenere affitto o mutuo, soprattutto con figli a carico. Si tratta a tutti gli effetti di uno stato di necessità”. Smentita anche la cifra del danno erariale, indicata in oltre 4 milioni di euro. Secondo il movimento, calcoli della Corte dei Conti sarebbero “inadeguati alla tipologia dell’immobile” e non considererebbero “il risparmio per lo Stato, che non ha dovuto farsi carico dell’emergenza abitativa né della manutenzione, coperta dagli stessi occupanti”. Nel processo, infatti, è stata riconosciuta una provvisionale di soli 20mila euro, rinviando al giudice civile la quantificazione definitiva.

Infine, alle accuse di occupazione “fascista”, CasaPound risponde ricordando che “ispirarsi al fascismo non è reato: lo è l’apologia e l’uso della violenza per ricostituire un partito, cose che qui non sono mai avvenute”. CasaPound chiude con un’apertura: “Lo stesso ministro della Cultura ha ipotizzato di ricondurre la nostra situazione alla legalità. Noi siamo favorevoli: già in passato avevamo invitato l’Agenzia del Demanio a sedersi a un tavolo per trovare una soluzione. Forse è arrivato il momento giusto”.

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