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Sanità, Cicchetti: "Infermiere centrale per integrare ospedale e territorio"

'Recuperare la fiducia dei cittadini e migliorare ingaggio degli operatori sanitari’

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11 ottobre 2024 | 17.41
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“Stiamo affrontando diverse sfide legate a cambiamenti demografici, epidemiologici e alla necessità di incorporare innovazioni tecnologiche nei nostri processi, garantendo al contempo la sostenibilità del sistema nel medio e lungo termine”. Mettendo il territorio al centro, vera sfida del presente e del futuro, “un’attenzione particolare è rivolta alla figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, che nasce per rispondere all’esigenza di integrazione organizzativa tra ospedali e territorio”. Lo ha detto Americo Cicchetti, direttore della Programmazione sanitaria al ministero della Salute, oggi a Roma, al convegno internazionale ‘Sfide e priorità della professione infermieristica in Europa e nel mondo’ promosso della Federazione nazionale degli Ordini e professioni infermieristiche (Fnopi), con il patrocinio del ministero della Salute.

Due le questioni principali all’attenzione del ministero. “La prima - spiega Cicchetti - riguarda il recupero della fiducia dei cittadini verso il sistema sanitario che l’Ocse”, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “ha evidenziato come cruciale dopo la pandemia di Covid-19, dato che molti cittadini hanno sviluppato una certa disaffezione verso i sistemi sanitari e la scienza in generale. La seconda questione riguarda l’ingaggio degli operatori sanitari. Non possiamo dare per scontato che in futuro”, se non cambiano le condizioni “ci saranno sempre persone disposte a lavorare nel mondo dell’assistenza sanitaria. Già oggi riscontriamo difficoltà nel reclutare queste competenze. Questa è una sfida profonda che va oltre la mera disponibilità di risorse economiche”.

In Italia, “dobbiamo anche affrontare il problema delle disuguaglianze all’interno del Servizio sanitario nazionale (Ssn), sia a livello territoriale, tra Nord e Sud, sia tra aree urbane e aree interne - osserva il direttore - Le grandi aree metropolitane offrono opzioni assistenziali migliori rispetto a quelle più isolate, e questo è collegato anche a disuguaglianze socio-economiche ed educative. Per questo motivo, il ministero ha ribadito l’importanza della prevenzione e dell’abbattimento delle disuguaglianze in ambito di salute”.

A proposito delle “linee di intervento principali del governo - illustra Cicchetti - sono incentrate sul potenziamento dell’assistenza primaria, quindi territoriale, come previsto dalla riforma del Dm 77 e dagli investimenti del Pnrr. Nonostante i progressi nel miglioramento delle performance ospedaliere, l’assistenza primaria fatica ancora a crescere, in particolare nella copertura degli screening, delle vaccinazioni e nella presa in carico di pazienti con patologie croniche. Tuttavia, ci aspettiamo che la situazione migliori nei prossimi 2-3 anni grazie all’implementazione della riforma sanitaria”.

“In questo contesto - rimarca il direttore - il lavoro fatto da Agenas ha già delineato alcune linee guida per l’attuazione delle case della comunità, dove le professioni sanitarie svolgeranno un ruolo chiave. È importante potenziare l’integrazione del sistema sanitario, eliminando la separazione tra ospedali e territorio, e affidando un ruolo centrale alle professioni sanitarie nella riconnessione di queste piattaforme. Questo richiede non solo competenze specialistiche, ma anche organizzative e gestionali. Per costruire un futuro sostenibile, è fondamentale investire nella ricerca organizzativa e collaborare con iniziative come lo studio Enlight-It - conclude - che possono aiutarci a ripensare il sistema e ottimizzare l’uso delle competenze disponibili”.

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