
In libreria per Altaforte "Io non prendo lezioni": il fondatore del Blocco studentesco ripercorre una stagione accesa della politica giovanile romana
Adolescenza, ribellione, scelte che lasciano un segno indelebile. Esce per Altaforte Edizioni "Io non prendo lezioni" (300 pagine, 20 euro), il primo libro di Francesco Polacchi, fondatore del Blocco studentesco, da sempre nelle fila di Casapound, salito agli onori delle cronache per aver pubblicato, proprio con la sua casa editrice Altaforte, ormai realtà consolidata nella cultura di 'area', il libro intervista di Chiara Giannini "Io sono Matteo Salvini". Un racconto in presa diretta, quello di Polacchi - disponibile in libreria e su tutte le piattaforme - che ripercorre una stagione accesa della politica giovanile romana, tra ritorno alla militanza e un confronto politico a tratti violento che ci ha messo poco a trasformare licei e università in veri e propri campi di battaglia. Polacchi li ha ribattezzati gli "anni di cuoio", facendo riferimento alle cinte che sventolavano nell'aria al ritmo di "Cinghiamattanza", il brano di ZetaZeroAlfa che ha fatto da colonna sonora per un'intera generazione di ragazzi del Blocco.
"Io non prendo lezioni - spiega Altaforte, di cui è appunto editore lo stesso Polacchi - assume il valore di testimonianza per una scelta politica alternativa, radicale e 'maledetta'. Polacchi riprende il filo di un discorso che parte dalle notti al Cutty Sark, lo storico pub romano ritrovo dell’ambiente più eretico e intransigente, per arrivare alla fondazione del Blocco Studentesco", il movimento giovanile vicino a CasaPound che ebbe un vero e proprio boom nei primi anni Duemila. Un racconto che va dalle prime vittorie elettorali nelle scuole e alla Consulta studentesca fino agli scontri frontali con i movimenti antifascisti, che culminarono nell’'autunno caldo' del 2008, "quando l’entusiasmo di una generazione si infrange contro la violenza di Piazza Navona", spiega Polacchi, che di quella battaglia fu tra i protagonisti.
L'autore racconta quegli anni con uno stile crudo, senza filtri né edulcorazioni: restituisce semplicemente la memoria di ciò che è stato, con le sue cadute e i suoi riscatti, con la durezza delle strade e l’intensità della politica giovanile vissuta come "un’avventura pirata".