
'sarebbe giusto che anche quello contro il meningococco B fosse tra gli obbligatori'
"Le coperture vaccinali pediatriche in Piemonte non sono omogenee, ma non parlerei di una situazione drammatica. Esistono modelli organizzativi virtuosi che dimostrano come l’integrazione tra pediatria di famiglia e servizi vaccinali pubblici possa fare la differenza”. Lo afferma Giuseppe Palena, pediatra di famiglia in pensione e segretario regionale della Fimp Piemonte, tra i primi in Italia ad aver somministrato vaccini direttamente nel proprio ambulatorio. "Storicamente – spiega – l’atto vaccinale è stato prerogativa dei centri vaccinali. Tuttavia, alcune Asl piemontesi, come la Torino 4, hanno avviato un modello collaborativo che prevede la partecipazione attiva dei pediatri di libera scelta, non solo nel counseling, ma anche nella somministrazione diretta dei vaccini. Questo ha portato a risultati eccellenti, facendo registrare tra le più alte coperture vaccinali della regione, insieme a Novara e Cuneo”.
Ci sono delle vaccinazioni che sono fortemente raccomandate e non obbligatorie, "a mio parere devono essere tutti vaccinati perché prevengono malattie molto pericolose – prosegue l’esperto - Nella regione Piemonte raggiungiamo quasi dappertutto la media attesa del 95% per quanto concerne le vaccinazioni obbligatorie. Il pediatra di famiglia ha un ruolo fondamentale in questo processo". Ci sono 13 sierotipi di meningococco, "uno tra questi molto pericoloso è il meningococco B - specifica Palena - Arrivare alla formulazione del vaccino è stato molto complesso ma oggi ne abbiamo una con effetti collaterali praticamente zero. Riterrei giusto inserire anche questa tra quelle obbligatorie, così come tutti i vaccini che proteggono da patologie molto gravi".
Un elemento chiave per fare prevenzione è l’anagrafe vaccinale. "Bisogna puntare sulla forza del pediatra nei confronti delle famiglie che conosce da vicino i propri pazienti. Sarebbe poi necessario rafforzare la collaborazione tra servizi d'igiene e sanità pubblica e pediatri di famiglia – illustra Palena – Grazie a un recente accordo con la Regione Piemonte, i pediatri possono ora accedere direttamente all’anagrafe vaccinale regionale durante i bilanci di salute, intervenendo sulle strategie territoriali, garantendo uniformità e tempestività negli interventi. Questo strumento consente di verificare in tempo reale lo stato vaccinale del bambino e, in caso di inadempienze, attivare immediatamente un richiamo o un colloquio informativo con la famiglia. È un passaggio cruciale per il recupero delle coperture".
Palena evidenzia anche l’importanza dell’accordo collettivo nazionale, che riconosce il pediatra come attore centrale nel percorso vaccinale. "Il pediatra deve essere coinvolto non solo nella promozione - sottolinea - ma anche nell’esecuzione dell’atto vaccinale. dove il pediatra potrebbe operare in sinergia con altri professionisti sanitari per garantire una presa in carico globale del bambino". Infine, un appello ai genitori: "Ho vissuto un’epoca in cui i vaccini erano pochi e le malattie infettive causavano gravi complicanze, anche mortali. Il morbillo, ad esempio, poteva provocare encefaliti e decessi. Oggi abbiamo strumenti sicuri ed efficaci. Gli eventi avversi gravi sono rarissimi. Vaccinare i propri figli è un atto di responsabilità verso la loro salute e quella della comunità", conclude.